Il bonus 200 euro è un contributo una tantum riconosciuto nel “Decreto Aiuti” in favore di lavoratori dipendenti; pensionati e lavoratori autonomi. Rientrano nella definizione di lavoratori autonomi sia gli imprenditori individuali sia i professionisti. Stando all’ultima bozza del “decreto aiuti in nostro possesso, il bonus 200 euro spetterà anche ai percettori del Reddito di cittadinanza; ai lavoratori stagionali, nonchè ai percettori dell’indennità di disoccupazione (NASpI e DIS-COLL) . Infatti, il testo cita espressamente le prestazioni previste dagli articoli 1 e 15 del decreto legislativo 4 marzo 2015 n.
Detto ciò, il bonus spetta a coloro che presentano un reddito non superiore a 35.000 euro.
Come deve essere verificata tale soglia? Valgono le stesse indicazioni per dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi?
Il bonus 200 euro. La verifica della soglia dei 35.000 euro per i pensionati
In riferimento ai pensionati, la verifica del requisito reddituale è regolata nei particolari.
Infatti, il decreto Aiuti prevede che il reddito personale complessivo non deve essere superiore a 35.000 euro lordi annui.
Ai fini di tale verifica si tiene conto:
- dei redditi di qualsiasi natura, compresi
- quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva.
Ai fini del bonus 200 euro non rilevano:
- il reddito della casa di abitazione e le sue pertinenze;
- i trattamenti di fine rapporto comunque denominati e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata;
- l’assegno al nucleo familiare,
- gli assegni familiari e l’assegno unico universale;
- l’importo aggiuntivo di cui all’articolo 70, comma 10, della legge 23 dicembre 2000 n. 388 (riconosciuto a chi percepisce una o più pensioni con un importo complessivo non superiore al trattamento minimo e che si trovi in determinate condizioni reddituali);
- gli assegni di guerra,
- gli indennizzi ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati;
- le indennità di accompagnamento,
- le indennità previste per i ciechi parziali e le indennità di comunicazione per i sordi prelinguali.
Il bonus non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile.
Queste sono le ultimissime sul bonus 200 euro.
Indicazioni per dipendenti e partite Iva
Venendo ai titolari di partita iva e ai dipendenti, la norma prevede, rispettivamente che il bonus di 200 euro spetterà:
- ai lavoratori autonomi e ai professionisti con un reddito complessivo 2021 non superiore a 35.000 euro,
- ai lavorato dipendenti con una retribuzione imponibile lorda, compresa di tredicesima, non superiore a 35.000 euro.
Per i lavoratori dipendenti sembrerebbe rilevare la sola retribuzione da dipendente. Non le altre tipologie di reddito.
Per i lavoratori autonomi valgono le indicazioni di cui all’art. 3 del DPR 917/86, TUIR.
Dunque, il reddito complessivo è formato da tutti i redditi posseduti al netto degli oneri deducibili indicati nell’articolo 10 del TUIR.
Sono in ogni caso esclusi dalla base imponibile:
- i redditi esenti dall’imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o ad imposta sostitutiva;
- gli assegni periodici destinati al mantenimento dei figli spettanti al coniuge in conseguenza di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, nella misura
in cui risultano da provvedimenti dell’autorita’ giudiziaria; - gli assegni familiari e l’assegno per il nucleo familiare, nonche’, con gli stessi limiti e alle medesime condizioni, gli emolumenti per carichi di famiglia comunque denominati, erogati nei casi consentiti dalla legge;
- la maggiorazione sociale dei trattamenti pensionistici prevista dall’articolo 1 della legge 29 dicembre 1988, n. 544;
- le somme corrisposte a titolo di borsa di studio dal Governo italiano a cittadini stranieri in forza di accordi e intese internazionali.
Non rimane che attendere la pubblicazione del testo del “decreto Aiuti” in Gazzetta Ufficiale per avere conferma delle previsioni fin qui analizzate.