Bonus 600 euro: le domande respinte potranno essere ripresentate

Ancora sotto esame 900 mila richieste per bonus da 600 euro. Di queste almeno un terzo saranno respinte, ma si potrà chiedere il riesame correggendo gli errori.
5 anni fa
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bonus Maroni

Per chi non ha ancora ricevuto il bonus da 600 euro potrebbe profilarsi la necessità di ripresentare la richiesta. L’Inps si appresta infatti a respingere almeno 300 mila domande presentate perché errate.

Non si tratta di un inadempienza dell’Istituto – fa sapere il direttore generale Gabriella Di Michele – i cui funzionari peraltro hanno lavorato anche nei giorni di Pasqua per assicurare i soldi ai beneficiari, ma di errori tecnici e di inserimento dati al momento della presentazione della domanda.

Inps, saranno respinte più di 300 mila domande

Vuoi per la fretta di fare prima, vuoi per la poca dimestichezza con le procedure internet (la richiesta per il bonus da 600 euro può essere presentata solo per via telematica), migliaia di persone sono ancora in attesa di ricevere i soldi dall’Inps.

Circa 1 su 10 se si considera che le richieste pervenute per il bonus da 600 euro di marzo superano i 4 milioni. L’Inps ha infatti sospeso l’erogazione dei soldi per quelle richieste (circa 900 mila) dove il codice bancario IBAN sbagliato o non corrisponde con le reali credenziali del beneficiario e per questo sono in corso le verifiche con gli istituti di credito e ci vuole più tempo. Ma, laddove non vi fosse rispondenza con i dati anagrafici, le domande verranno respinte. Così come saranno rigettate le richieste che presentano errori in fase di compilazione (dati anagrafici incompleti, codice fiscale sbagliato, indirizzo di residenza non aggiornato, partita Iva inesistente, ecc.). In alcuni casi – come ha sottolineato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico – dietro molte richieste si potrebbero nascondere tentativi di truffa.

Come presentare richiesta di riesame

Niente di grave, però. Tutti coloro che si vedranno respingere la domanda per dati errati potranno ripresentarla prestando attenzione e verificando la correttezza delle informazioni inserite. Non bisogna dimenticare che l’Inps già dispone di molte informazioni dei beneficiari nei propri archivi e se i dati che si dichiarano non dovessero combaciare si presenteranno ancora problemi tecnici.

L’Inps ha già messo a disposizione la possibilità, attraverso il proprio portale, di modificare i dati anagrafici e bancari degli utenti, così vi sarà d’ora in poi la possibilità di verificare lo stato di avanzamento della richiesta del bonus. Sempre attraverso il sito internet Inps, al quale bisognerà necessariamente accedere con il proprio codice PIN rilasciato dall’Istituto, potrà essere presentata richiesta di riesame della pratica respinta.

Come presentare domanda di bonus 600 euro

Per chi non avesse presentato ancora la domanda per il bonus da 600 euro a inizio marzo, c’è ancora tempo. Come rassicura il direttore generale Di Michele, c’è ancora capienza per soddisfare eventuali richieste rimaste fuori: “non è vero, come hanno scritto alcuni organi di stampa, che all’Inps non ci sono più soldi per pagare i bonus”. Inutili allarmismi sono stati diffusi per spaventare la gente in u periodo estremamente delicato per il Paese. Premesso che le richieste dovranno essere inoltrate esclusivamente online attraverso il sito web dell’Inps dopo essersi autenticati con PIN semplificato, i beneficiari sono:

  1. i liberi professionisti con partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo, iscritti alla Gestione separata dell’Inps;
  2. i collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo alla predetta data del 23 febbraio 2020 e iscritti alla Gestione separata dell’Inps;
  3. i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dei commercianti, artigiani e coltivatori diretti dell’Inps;
  4. i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti balneari
  5. gli operai del settore agricolo con almeno 50 giornate di lavoro nel 2019;
  6. i lavoratori dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri nel 2019;
  7. i titolari di rapporti di co.co.co iscritti alla gestione separata dell’Inps.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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