Bonus 600 euro o contributo a fondo perduto, non compatibili: quale conviene in base al fatturato

Non possono fare domanda per il contributo a fondo perduto i percettori del bonus 600 euro: i motivi dell'esclusione e come fare rinuncia dell'indennità
5 anni fa
1 minuto di lettura

Nella bozza del decreto rilancio trovano spazio contributi a fondo perduto per aziende, inclusi titolari di partita IVA, con fatturato non superiore a 5 milioni di euro. Una platea ampia quindi. L’ultima bozza probabilmente sarà quella definitiva. Non è sfuggito che dal contributo a fondo perduto sarebbero escluse le partite IVA che beneficiano del bonus 600 euro. Viene da chiedersi, vista l’incomulabilità, se sia più conveniente accedere ai contributi a fondo perduto oppure all’indennità Inps e, nel primo caso, che cosa può fare chi ha già usufruito del bonus 600 euro a marzo.

Prima di inviare domanda all’Agenzia delle Entrate bisognerà rinunciare al bonus 600 euro? La previsione del comando “rinuncia” apparso sul sito Inps farebbe pensare a questa strada anche se non manca qualche perplessità sui motivi dell’esclusione.

Come funzionano i contributi a fondo perduto per le imprese: requisiti e cause di esclusione

Il contributo, come sopra anticipato, riguarderebbe le imprese il cui fatturato non superi i 5 milioni di euro: il prestito, funzionale al rilancio dell’attività post coronavirus, non prevede obbligo di restituzione né tanto meno interessi. Il decreto fissa altri parametri: nel mese di aprile fatturato e corrispettivi devono far registrare un calo di due terzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (requisito dal quale sono esenti coloro che hanno avviato l’attività da gennaio 2019).

L’importo spettante a titolo di contributo a fondo perduto viene calcolato applicando una “percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019”. Tale percentuale varia in base ai ricavi e compensi annui (relativi al periodo d’imposta 2019):

  • 25% per soggetti con ricavi o compensi che non superano i 100.000€;
  • 20% per soggetti con ricavi o compensi tra 100.000€ e 400.000€;
  • 15% per soggetti con ricavi o compensi tra 400.000€ e 5.000.000€.

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Mascherine e gel disinfettanti: ecco come cambia il prezzo di vendita

irap
Articolo seguente

Irap abolita ma a patto che l’Italia accetti 37 miliardi di prestiti MES