Bonus acqua potabile: cos’è, quando spetta e come ottenerlo

Il bonus acqua potabile è un'importante opportunità per migliorare la qualità dell'acqua domestica e ridurre l'uso della plastica
3 mesi fa
3 minuti di lettura
Bonus acqua potabile
Foto © Licenza Creative Commons

In Italia, il bonus acqua potabile è una misura pensata per incentivare l’adozione di sistemi che migliorano la qualità dell’acqua destinata al consumo umano, riducendo al contempo l’utilizzo di bottiglie di plastica. Questa agevolazione mira a promuovere comportamenti sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico, attraverso un credito d’imposta a favore di chi installa specifici impianti di trattamento dell’acqua.

La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato al 2023 questa agevolazione inizialmente introdotta per il biennio 2021-2022.

Non c’è stata, invece, nessuna proroga per le spese del 2024.

Cos’è il bonus acqua potabile

Il bonus acqua potabile consiste in un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi volti al miglioramento della qualità dell’acqua. Questi impianti possono includere:

  • sistemi di filtraggio;
  • dispositivi per la mineralizzazione;
  • sistemi di raffreddamento;
  • impianti per l’aggiunta di anidride carbonica alimentare.

L’obiettivo di queste installazioni è garantire un’acqua di qualità superiore per il consumo umano, utilizzando quella già fornita dagli acquedotti pubblici. Un beneficio tangibile è la riduzione del consumo di acqua in bottiglia, che implica meno rifiuti di plastica e un minor impatto ambientale.

Limiti di spesa e beneficiari

Il bonus è accessibile a diversi soggetti, ma esistono limiti specifici in base al tipo di immobile su cui vengono effettuati gli interventi:

  • persone fisiche: il limite massimo delle spese ammesse è di 1.000 euro per ciascun immobile;
  • attività commerciali e istituzionali: per gli esercizi commerciali, professionali o istituzionali, il limite di spesa ammesso è 5.000 euro per ogni immobile.

Per poter usufruire del bonus acqua potabile, è necessario che i lavori siano stati effettuati su un immobile di cui si abbia la disponibilità giuridica. Questo può includere non solo la proprietà, ma anche altre forme di diritto come l’usufrutto, la locazione o il comodato d’uso. Per lo stesso immobile il beneficio vale una sola volta.

Come funziona il credito d’imposta

Il meccanismo del credito imposta sul bonus acqua potabile è molto semplice. Una volta sostenute le spese, è stato possibile fare domanda. Tuttavia, la percentuale di beneficio spettante può variare in base alle risorse finanziarie disponibili per tale misura. Nel caso in cui il fondo destinato al bonus non è stato sufficiente per coprire tutte le richieste, la percentuale di rimborso è stata ridotta.

Ad esempio, per le spese effettuate nel 2023, la percentuale bonus acqua potabile finale spese 2023 fu stabilita dall’Agenzia delle Entrate al 6,45%. Tale percentuale è da applicarsi sul 50% della spesa sostenuta (e nel rispetto dei limiti massimi di spesa). Dunque, un contributo ben al di sotto del 50% originariamente previsto. Questo significa che, sebbene l’intenzione fosse di “rimborsare” la metà delle spese, la disponibilità di risorse ha portato a un rimborso minore.

Scadenze e modalità di richiesta del bonus acqua potabile

Per usufruire del bonus acqua potabile, si è reso necessario seguire una procedura ben definita. Innanzitutto, la domanda doveva essere inviata entro il 28 febbraio dell’anno successivo alle spese sostenute. Ad esempio, per gli interventi eseguiti nel 2023, la richiesta doveva essere presentata entro il 28 febbraio 2024 .

La domanda si doveva trasmettere telematicamente tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’apposito servizio web denominato “Credito di impostazione per il miglioramento dell’acqua potabile”. Era essenziale che tutte le spese fossero documentate e che il pagamento fosse effettuato con strumenti tracciabili, come bonifici o carte di credito, poiché i pagamenti in contante non danno diritto all’agevolazione.

In aggiunta alla richiesta, si è reso necessario inviare all’ENEA ( Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le informazioni riguardanti l’intervento. Sebbene la compilazione di un questionario bonus acqua potabile non sia obbligatoria, essa è consigliata per monitorare l’impatto reale della misura in termini di riduzione della plastica.

Modalità di utilizzo

Ciascun beneficiario può visualizzare il credito d’imposta fruibile tramite il proprio cassetto fiscale accessibile dall’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate. Queste le modalità di utilizzo previste:

  • persone fisiche senza partita IVA: compensazione Modello F24 oppure nella dichiarazione redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento delle spese agevolabili e in quelle successive fino a quando non se ne conclude l’utilizzo;
  • attività commerciali e istituzionali: compensazione nel Modello F24.

Per la compensazione in F24 il codice tributo bonus acqua potabile è 6975 (Risoluzione n. 17/E del 2022). Per chi lo utilizza in dichiarazione redditi, ad esempio, per le spese sostenute nel 2023, laddove si presenti il Modello 730/2024 il rigo di riferimento è G15 (codice 10). Se, invece, si presenta il Modello Redditi PF 2024, il rigo di riferimento è CR31 (codice 10).

Esempio pratico del bonus acqua potabile

Per comprendere meglio come funziona il bonus, consideriamo un esempio concreto. Il Sig. Giuseppe, un cittadino senza partita IVA, ha speso 2.000 euro nel 2023 per installare un sistema di filtraggio dell’acqua nella sua abitazione. Tuttavia, poiché il limite massimo di spesa per i privati ​​è di 1.000 euro, il bonus si applica solo su questa somma.

Con la percentuale effettivo fissata al 6,45% (la quale deve applicarsi sul 50% di 1.000 euro, ossia su 500 euro), il Sig. Giuseppe gode di un credito d’imposta pari a 32,50 euro.

Riassumendo…

  • Il bonus acqua potabile offre un credito d’imposta per sistemi di trattamento dell’acqua domestica.
  • Il credito d’imposta avrebbe dovuto coprire il 50% delle spese, ma la percentuale varia.
  • Limiti di spesa: 1.000 euro per privati, 5.000 euro per attività commerciali.
  • La domanda doveva essere presentata online all’Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio dell’anno successivo al sostenimento della spesa.
  • L’utilizzo è in F24 o dichiarazione redditi (solo per persone fisiche senza partita IVA).
  • Il bonus è stato previsto per spese sostenute negli anni 2021, 2022 e 2023. Non è stato prorogato per le spese del 2024.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

100 euro
Articolo precedente

Manovra finanziaria, le 3 novità sulle pensioni: Rivalutazione, riforma pensioni e TFR

Cartelle esattoriali, niente nuova rottamazione ma per i contribuenti il 2025 porta buone notizie lo stesso per via della riforma approvata.
Articolo seguente

Stop cartelle esattoriali, per i contribuenti cosa cambia in meglio e in peggio