Il bonus baby sitting è cumulabile con il contributo alla frequenza dei bambini agli asili nido? La domanda giunge spontanea da quando il Decreto Cura Italia ha istituito il bonus fino a 1.000 euro per i genitori che restano a casa dal lavoro a curare i propri figli.
A chiarire il dubbio è l’Inps con la circolare numero 1447 del 1 aprile 2020. Nel messaggio si analizza infatti la questione relativa alla possibilità di erogare il bonus asilo nido durante il periodo di sospensione dei servizi educativi, anche eventualmente in cumulo con il nuovo bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting, di cui al DL Cura Italia.
Bonus asilo nido
L’Inps precisa che “l’erogazione del bonus asilo nido avviene in base all’effettivo sostenimento dell’onere da parte del genitore richiedente, tenuto a presentare (nelle tempistiche previste dai messaggi e dalle circolari pubblicate dell’Istituto in materia) i documenti giustificativi della spesa, quali le fatture emesse dall’asilo, le ricevute di pagamento ecc.” A riguardo non viene richiesta la documentazione che attesta la frequenza del bambino all’asilo nido, ma basta che venga dimostrato il pagamento della retta stessa (mensile, semestrale o annuale), cioè la fattura che attesti il pagamento del servizio per ottenere il bonus asilo nido. Non è infatti necessario che il bambino frequenti interamente l’anno affinché i genitori abbiano diritto al bonus.
Bonus baby sitting cumulabile
Detto questo, secondo l’Inps il bonus baby sitting è cumulabile con il contributo alla frequenza dei bambini agli asili nido. Il messaggio spiega infatti che “nei casi di contributo per la frequenza dell’asilo nido si ritiene non sussista alcuna incompatibilità con la concessione del bonus per l’acquisto dei servizi di baby-sitting, introdotto dal Governo per fronteggiare l’attuale situazione imprevista e assolutamente emergenziale, fornendo alle famiglie il sostegno necessario all’accudimento dei minori nel nucleo familiare”.
Bonus baby-sitting
Ma cos’è esattamente il bonus baby sitting? Se i genitori lavoratori non possono restare a casa ad accudire i figli, perché magari impegnati in lavori strettamente connessi all’emergenza sanitaria (si pensi ad esempio alla madre infermiera e al padre poliziotto), la legge prevede il bonus baby-sitting. In cosa consiste? E’ una indennità alternativa al congedo parentale speciale che serve per pagare il servizio di baby sitter e vale fino a 600 euro da utilizzare nel periodo di sospensione dei servivi educativi e delle attività scolastiche, con il Libretto Famiglia. Limite che è elevato fino a 1.000 euro se il genitore è dipendente delle forze dell’ordine, del settore sanitario pubblico o privato. Il bonus è riconosciuto anche ai lavoratori autonomi iscritti e non iscritti al Inps.