Chi fa lavori edili sulla casa può godere, nel rispetto di tutti i requisiti previsti, della relativa detrazione fiscale. Tra questi pagare le spese con bonifico parlante. La detrazione ha una percentuale che varia a seconda della tipologia di lavori. C’è il bonus ristrutturazione 50%, il superbonus, il sismabonus ordinario, ecc.
La detrazione segue il principio di cassa e si spalma in più quote annuali di pari importo. Quindi, ad esempio, con riferimento al bonus ristrutturazione 50%, per una spesa complessiva sostenute nel 2023 pari a 50.000 euro, la detrazione spettante è 25.000 euro.
A proposito di bonifico parlante è giunto in redazione un quesito.
“Buongiorno, nel 2023 ha fatto lavori di ristrutturazione sulla mia casa. Ho le fatture di spesa per complessivi 30.000 euro. Le ho pagate con bonifico parlante. Tuttavia, solo ora che sto facendo il 730/2024 (anno d’imposta 2023) controllando tutta la documentazione mi sono accorto di aver commesso degli errori nel bonifico. Ho indicato partita IVA della ditta sbagliata (ma comunque esistente). Come possono fare per regolarizzare la cosa? Rischio di perdere la detrazione fiscale?”
Perché serve il bonifico parlante
Il bonifico parlante è uno strumento imprescindibile per accedere a diversi incentivi fiscali nel settore edilizio. Questo particolare metodo di pagamento è fondamentale per usufruire di numerosi bonus, tra cui il superbonus, il bonus ristrutturazioni al 50%, l’ecobonus ordinario, il sismabonus, il bonus per l’installazione di colonnine di ricarica e il bonus per la rimozione di barriere architettoniche al 75%.
La principale peculiarità del bonifico parlante risiede nella sua capacità di fornire all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni necessarie per la verifica della correttezza e della tracciabilità delle spese sostenute, condizioni imprescindibili per ottenere le detrazioni fiscali.
Come funziona
Per essere considerato valido, il bonifico parlante deve contenere tre elementi fondamentali: la causale del versamento, che generalmente si riferisce alla normativa specifica del bonus edilizio; il codice fiscale del beneficiario della detrazione; e i dati fiscali dell’impresa o del fornitore che riceve il pagamento.
Questi dati garantiscono che l’Agenzia delle Entrate possa verificare facilmente la legittimità delle spese e l’adesione alle norme previste.
Un ulteriore aspetto da considerare è la ritenuta d’acconto associata a questo tipo di bonifico. Con la legge di bilancio del 2024, dal 1° marzo dello stesso anno, l’aliquota della ritenuta sul bonifico parlante ritenuta è stata aumentata dall’8% all’11%.
Il bonifico parlante sbagliato: indicazioni operative
In caso di errore nella compilazione del bonifico parlante, le procedure da seguire sono chiaramente delineate dall’Agenzia delle Entrate nella circolare sui bonus edilizi (Circolare n. 17/E del 2023). Se la causale indicata è diversa da quella corretta ma relativa comunque a un bonus edilizio, non è necessario ripetere il bonifico.
Tuttavia, se l’errore è tale da impedire alla banca o alla posta di effettuare correttamente la ritenuta d’acconto, il contribuente deve ripetere il bonifico. Se non è possibile ripetere il bonifico, il contribuente può ottenere una dichiarazione sostitutiva dall’impresa o dal fornitore che attesti la corretta imputazione dei pagamenti ai fini fiscali.
Nonostante le complessità legate al bonifico parlante, è chiaro che la sua importanza non può essere sottovalutata. Questo strumento di pagamento rappresenta una garanzia per l’Agenzia delle Entrate, assicurando che le spese siano correttamente tracciate. E che le detrazioni fiscali siano concesse solo per spese realmente sostenute e conformi alla normativa vigente.