“Un cuoco per essere pienamente tale deve mobilitare tutti e cinque i sensi. Una pietanza deve essere una gioia per la vista, per l’olfatto, per il gusto, certo, ma anche per il tatto, che così spesso orienta le scelte dello chef e ha il suo ruolo nella festa gastronomica“, afferma Muriel Barbery. Il cibo, d’altronde, è in grado di deliziare sia grandi che piccini, permettendo a tutti quanti di trascorrere dei momenti all’insegna della convivialità.
Mangiare, infatti, non deve essere solo un’operazione svolta al fine di apportare al nostro corpo il dovuto nutrimento. Si tratta, bensì, di un momento in cui possiamo finalmente staccare la spina dai vari impegni quotidiani, permettendo ai piatti dinnanzi a noi di farci vivere sensazioni uniche nel suo genere. Lo sanno bene i grandi chef che da sempre lavorano proprio al fine di proporre ai propri commensali delle prelibatezze da sogno.
Oltre all’amore per il loro lavoro, però, i professionisti del settore della ristorazione si ritrovano anche a dover fare i conti con questioni di ordine pratico, come i costi da dover sostenere per proporre prodotti di qualità. Ma non solo, a questi si aggiungono i costi di gestione, il personale e ovviamente le tasse. Proprio in tale ambito, fortunatamente, giunge in aiuto un’importante agevolazione, ovvero il cosiddetto bonus chef. Ecco chi ne ha diritto e come funziona,
Bonus chef 2023: come funziona e i requisiti per richiederlo
Stando a quanto si evince dal sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, c’è tempo fino alle ore 15 del prossimo 3 aprile per richiedere il cosiddetto