I bonus edilizi sono più discussi che mai. La pianificazione per il prossimo anno risente inevitabilmente di due fattori: in primis l’indefinibilità della situazione economica attuale, non aiutata (e non aiutante) nemmeno dalle previsioni sull’andamento del Pil. Inoltre, a giocare contro il fattore tempo è l’iter obbligatorio per la formazione del nuovo esecutivo, che richiederà inevitabilmente ancora qualche giorno. Tanto che, per l’operatività effettiva, ben che vada bisognerà attendere la fine del mese. Niente di imprevisto in fondo.
Bonus ristrutturazione, come funziona
In pratica, per coloro che provvederanno a ristrutturare casa da ora fino al 2024 incluso, saranno attive le regole disposte dall’Agenzia delle Entrate. Il che, nella maggior parte dei casi, si tradurrà con l’ottenimento di una detrazione del 50% delle spese sostenute. Senza dimenticare che il bonus in questione potrà essere, per così dire, “allegato” ad altre agevolazioni maggiori, beneficiando della detrazione relativa (il 110% per il Superbonus). Detto questo, resta confermata per il 2023 e il 2024 anche la possibilità di usufruire della cessione del credito oppure dello sconto diretto in fattura. L’Agenzia delle Entrate aggiorna quindi il Bonus ristrutturazione senza modificare granché nell’impostazione generale. L’unica differenza fra il 2022 e i prossimi due anni è proprio il totale della detrazione: dal 75%, valido per le spese sostenute entro e non oltre il 31 dicembre, si passerà al 50%.
Bonus edilizi: i termini da rispettare
Attenzione alle date però. Il primo termine da tenere a mente è proprio il 31 dicembre 2022, giorno in cui si chiuderà definitivamente la fruizione della detrazione fiscale al 75%. Per quanto riguarda quella successiva del 50%, la possibilità di accedervi sarà valida non fino al 2024 ma, per inciso, fino al 2025. L’accesso alla detrazione scadrà infatti il 31 dicembre 2024, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate. A ogni modo, l’ente precisa alcuni dettagli anche in relazione agli altri bonus edilizi per la riqualificazione. Si va dalla riduzione dell’Iva al 10% fino alla detrazione Irpef del 19% per i mutui relativi alla ristrutturazione dell’abitazione principale. Incentivi che andranno ad affiancarsi, peraltro, alla detrazione fiscale del 36% per le spese sostenute fino a 48 mila euro. Agevolazione disciplinata dall’articolo 16-bis del TUIR. Chiaramente, ognuno dei bonus in questione resta valido in relazione alla tipologia di intervento e alla spesa sostenuta. Per il Bonus ristrutturazione, ad esempio, lo scatto della detrazione al 50% si raffronta a un limite di spesa ammesso non superiore a 96 mila euro.
Detrazioni e nuova Manovra
Per quel che riguarda il concetto di ristrutturazione, le spese da detrarre dovranno essere riferite a opere di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, oltre che di ristrutturazione edilizia. Per le parti comuni degli edifici, invece, sarà presa in considerazione anche la manutenzione ordinaria. Alcuni dei quali dovranno obbligatoriamente essere comunicati all’Enea. Come detto, il Bonus ristrutturazione potrà essere fruito anche in coda a opere di maggior respiro, come l’efficientamento energetico dell’immobile, da effettuare tramite Superbonus 110%.