Dall’11 novembre 2021 (data di entrata in vigore del decreto contro le frodi nel campo delle agevolazioni fiscali), optare per la cessione del credito o sconto in fattura a fronte dei bonus fiscali casa (diversi dal 110%) costerà di più.
Vediamo il perché.
La novità del visto di conformità
Il decreto legge n. 151 del 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 novembre 2021, ha introdotto l’obbligo di acquisire il visto di conformità anche a fronte degli altri bonus casa (diversi dal 110%), nell’ipotesi di opzione per la cessione del credito o sconto il fattura.
Prima della novità, il visto era obbligatorio solo in ambito bonus 110 (vedi anche Visto di conformità superbonus 110%, le novità del decreto contro le frodi).
Dunque, chi oggi, a fronte della detrazione fiscale per lavori sugli immobili (bonus ristrutturazione, bonus facciate, ecc.) intende optare per lo sconto in fattura o cessione del credito deve acquisire il visto di conformità da un soggetto abilitato al rilascio (commercialista, consulente del lavoro, CAF; ecc.).
La cessione del credito costa di più
Il rilascio del visto di conformità da parte del soggetto cui il contribuente si rivolge non è certamente gratuito per quest’ultimo.
Il professionista, per la pratica, chiederà un onorario. Un costo aggiuntivo, quindi, che il contribuente è tenuto a considerare a fronte della sua scelta di optare. Costo che, invece, non sosterrebbe laddove decidesse di godere del bonus casa nella forma della detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi (in tale ipotesi non serve il visto di conformità).
L’onorario che l’incaricato al rilascio del visto chiederà non sarà di poco conto visto anche che lo stesso incaricato dovrà poi effettuare l’altro adempimento per conto del contribuente, ossia l’invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate dell’opzione di cessione o di sconto (vedi anche Cessione del credito bonus casa: chi invia la comunicazione il commercialista o il contribuente?).
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