Il testo della legge di bilancio 2022 varato dal Governo il 28 ottobre 2021 e che adesso passa all’esame di Camera e Senato, contiene, per ora, la proroga bonus facciate anche per le spese del prossimo anno.
Tuttavia fare i lavori sulla facciata della propria casa, nel 2022 costerà di più, in quanto scende la percentuale di sgravio fiscale applicabile.
Il bonus facciate fino al 2021
Il bonus facciate, è introdotto a decorrere dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2020 e poi prorogato anche alle spese del 2021.
Si tratta di una detrazione fiscale pari al 90% della spesa sostenuta per lavori edilizi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna di edifici esistenti ed effettuati esclusivamente sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi (deve trattasi di pari della facciata visibili da strade, vie o suoli pubblici).
Per godere del beneficio l’immobile oggetto dei lavori deve trovarsi in zona A o B del comune oppure in zone a queste dichiarate equipollenti.
La detrazione è da godere in 10 quote annuali di pari importo, con possibilità di optare per lo sconto in fattura o cessione del credito.
La proroga alle spese del 2022
Per le spese sostenute nel 2022, il bonus facciate cambia scenario. Il testo della legge di bilancio 2022 licenziato dal Consiglio dei Ministri, infatti, contiene la proroga del beneficio anche alle spese del prossimo anno. Tuttavia, la percentuale di detrazione scenderà dal 90% al 60%. Inoltre non sembra essere prorogata la possibilità di optare per lo sconto o cessione.
Riepilogando, se la novità sarà confermata nel testo che sarà approvato definitivamente dal parlamento, la situazione per il bonus facciate è la seguente:
- 90%, per spese sostenute nel 2020 e 2021 (detrazione da godere in 10 quote annuali di pari importo, con possibilità di optare per sconto in fattura o cessione del credito);
- 60%, per spese sostenute nel 2022 (detrazione da godere in 10 quote annuali di pari importo, senza possibilità di opzione per sconto in fattura o cessione del credito).
Non cambiano le modalità di pagamento (è sempre richiesto il bonifico “parlante”).
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