Bonus figli Natale 2017: analisi testo integrale della proposta e FAQ

Bonus figli Natale: leggiamo il testo originale per vedere che cosa prevede la legge e fare chiarezza.
7 anni fa
4 minuti di lettura

Sta destando attenzione e interesse la notizia del bonus figli Natale. E come spesso accade in questi casi, quando se ne parla molto, non sempre tutto quello che viene riportato corrisponde a verità. Con la conseguenza di creare confusione e contribuire, a volte involontariamente, ad alimentare disinformazione. Cerchiamo di fare chiarezza partendo dal testo della proposta di legge. Il riferimento legislativo al bonus figli a carico che dovrebbe, secondo le voci più recenti, arrivare entro Natale appunto, si trova nel disegno di legge di Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico.

Come abbiamo già detto in altri articoli dedicati all’argomento bonus Natale figli, ma vale la pena ribadirlo, il progetto risale al 2014 ma è rimasto solo sulla carta da allora. Perché quindi se ne parla ora? Perché a marzo di quest’anno il testo è stato affidato alla Commissione finanze del Senato per essere esaminato e questa estate è stato oggetto di discussione parlamentare. Qualcosa si muove quindi. Ma che cosa prevede esattamente questo disegno di legge? Vediamolo insieme cercando di fare chiarezza.

Bonus figli a carico: scopo e lacune del sistema di aiuti alle famiglie attuale

Il disegno di legge si apre con una introduzione da parte dei firmatari volta a spiegare la ratio del bonus figli a carico che fornisce indirettamente anche alcune delucidazioni in merito alla platea di beneficiari.

L’obiettivo primario è quello di andare a colmare le lacune del sistema di incentivi alla nascita e aiuti alle famiglie attualmente in essere: si fa esplicito riferimento all’esclusione dal bonus Renzi degli incapienti e all’importo esiguo degli assegni previsti.
Leggiamo infatti in apertura del testo che “La disciplina vigente in materia si presenta oggi assai frammentata e, proprio in ragione della disomogeneità dei benefici riconosciuti, genera disparità di trattamento non più giustificabili.

La normativa in vigore non riconosce infatti le detrazioni fiscali a chi ha redditi bassi o nulli, mentre si concedono gli assegni familiari solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, escludendo i disoccupati e quasi tutte le altre forme di lavoro che oggi riguardano una porzione consistente e crescente degli occupati. È evidente, pertanto, un problema di mancata equità e universalità delle misure in materia, nonché l’esigenza di tenere conto del profondo cambiamento intervenuto nel tessuto sociale ed economico del Paese nel corso degli ultimi decenni, in particolare nel mercato del lavoro”.

Per quanto riguarda l’importo di bonus e aiuti alle famiglie, il confronto con l’Europa è impietoso: “In Gran Bretagna il Child benefit è per tutti; anche in Germania ogni genitore riceve dallo Stato un assegno mensile per figlio indipendentemente dalla condizione occupazionale, che si aggiunge eventualmente, in caso di povertà, alle misure di reddito o lavoro minimo. In Italia, invece, la situazione normativa è paradossale. Le norme sono stratificate, spesso non note agli aventi diritto e di non semplice applicazione. L’assegno al nucleo familiare è riservato ai dipendenti, ai pensionati e a poche altre categorie di atipici. Esso si conserva durante il trattamento di disoccupazione ma si perde alla sua scadenza. Per le famiglie povere è previsto un sussidio specifico, ma solo a partire dal terzo figlio. Chi fa la dichiarazione dei redditi può beneficiare delle detrazioni per familiari a carico purché abbia un reddito superiore alla soglia di incapienza; pertanto chi non la supera non ha alcun vantaggio fiscale. Paradossalmente, i nuclei familiari più poveri e fragili sono anche quelli meno aiutati nella copertura dei costi per il mantenimento dei figli. Solo da questi brevi accenni si comprende la distanza che ci separa dagli altri Paesi dell’Unione europea in tema di tutela e riconoscimento di benefìci per il mantenimento dei figli a carico”.

Il bonus figli Natale cancella il bonus bebè dal 2018?

Proseguendo con la lettura del testo originale, si affronta il tema della copertura economica di questa misura. E’ vero che sarà cancellato dal 2018 il bonus bebè? Non solo.
A ben vedere, infatti, vista l’ampia platea di beneficiari prevista, i firmatari sono ben consapevoli della spesa che un simile intervento prevede per il Governo tanto che si legge “Il disegno di legge è volto a superare la situazione descritta, attribuendo un’unica misura generalizzata di beneficio per i minori a carico, sostitutiva di tutte le agevolazioni finora riconosciute. Fra queste, fatto salvo il mantenimento in vigore delle misure e degli importi per il coniuge e gli altri familiari a carico, si prevede l’abolizione dell’assegno al nucleo familiare di cui al decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69; dell’assegno familiare di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1955 n. 797; delle detrazioni fiscali per minori a carico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917; dell’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, di cui alla legge 23 dicembre 1998, n. 448. Fra i criteri della delega è previsto comunque il mantenimento delle misure complementari a favore dei minori a carico, solo in quanto destinate a specifici bisogni, attività o destinatari”.
In conclusione, quindi, “Il riconoscimento di un’unica misura generalizzata di beneficio rivolta ai minori a carico viene coperto con i risparmi derivanti dall’eliminazione di molte misure oggi previste e con ulteriori risparmi di spesa, così da prevedere una dotazione complessiva in incremento, rispetto al 2014, di almeno quattro miliardi di euro entro due anni”.

Bonus figli a carico: articolo 1 della legge che dovrebbe entrare in vigore a Natale

Maggiori informazioni su requisiti, calcolo e importo ci arrivano proprio dall’articolo 1 del testo in discussione: qui troviamo infatti la distinzione dell’importo per figli minorenni (150 euro) e dai 19 ai 25 anni (100 euro) e l’elenco dei bonus che saranno rimpiazzati da questo nuovo (e quindi cancellati) e di quelli invece compatibili e dunque salvati.


Alle lettere h, i e l si trovano i riferimenti ai requisiti reddituali: a ben vedere la soglia di 50 mila euro, già piuttosto elevata, potrebbe non essere rigida.
La lettera m invece fa riferimento alla modalità di erogazione: dai rumors sulla discussione sembra che il Senato stia propendendo per l’assegnazione una tantum con accredito annuale (in concomitanza con il Natale appunto).
Per maggiori informazioni vi invitiamo a leggere il testo integrale del disegno di legge sul bonus figli a carico scaricabile qui. Per qualsiasi domanda sull’argomento non esitate a contattare la redazione e l’autore dell’articolo all’indirizzo email: [email protected]

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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