Dopo un lungo periodo di incertezze e rallentamenti burocratici, il bonus genitori separati ha finalmente ricevuto il via libera per l’erogazione. Il Dipartimento per la Famiglia, sotto la guida di Eugenia Roccella, ha firmato il decreto che autorizza l’Inps a procedere con i pagamenti. Con una dotazione di 8,5 milioni di euro, il contributo raggiungerà 4.400 famiglie, ponendo fine a un’attesa durata oltre due anni.
Questa misura, inizialmente annunciata nel 2022, è stata concepita per sostenere economicamente quei genitori separati, divorziati o non conviventi che, durante la crisi sanitaria legata al Covid-19, non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento. Tuttavia, il percorso di attuazione è stato segnato da numerosi ostacoli burocratici che hanno ritardato l’erogazione del sostegno, lasciando molti beneficiari in attesa di risposte concrete.
Bonus genitori separati: un percorso tra ritardi e burocrazia
L’idea di fornire un aiuto economico ai genitori separati in difficoltà è nata come risposta alle criticità generate dalla pandemia. Tuttavia, nonostante le promesse iniziali, l’effettiva attuazione della misura è stata fortemente compromessa da una serie di vincoli burocratici che ne hanno impedito la tempestiva esecuzione. Le lungaggini amministrative, la richiesta di documentazioni aggiuntive e le verifiche incrociate hanno rallentato l’intero iter, creando frustrazione tra coloro che avrebbero dovuto beneficiare del bonus.
Il decreto firmato il 19 marzo 2025 segna finalmente una svolta, autorizzando l’Inps a distribuire i fondi ai 4.428 beneficiari selezionati su un totale di 6.428 domande presentate. Restano però ancora in sospeso 119 richieste, mentre 113 istanze sono state approvate senza la definizione di un importo specifico.
I requisiti per il beneficio
Il bonus genitori separati è stato concepito come un supporto per coloro che, a causa della pandemia, non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento dei figli perché ‘ex coniuge ha subito una perdita di reddito.
Tuttavia, per accedere all’agevolazione, è necessario soddisfare alcuni criteri stringenti:
- Mancato versamento dell’assegno di mantenimento, totalmente o parzialmente;
- Difficoltà economica dell’ex coniuge dimostrabile con una riduzione di almeno il 30% del reddito tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022, periodo critico della pandemia;
- Reddito annuo del richiedente non superiore a 8.174 euro nell’anno in cui non è stato percepito il mantenimento;
- Convivenza con figli minorenni o maggiorenni con disabilità grave al momento della richiesta;
- Possesso dell’atto del tribunale che sancisce il diritto al mantenimento.
Questi criteri sono stati introdotti per garantire che il bonus venga destinato a coloro che ne hanno effettivamente bisogno, ma hanno anche complicato il processo di approvazione delle domande, contribuendo ai ritardi nell’erogazione.
Modalità di erogazione e importo del contributo
Ora che il decreto è stato ufficialmente sbloccato, l’INPS dovrà procedere con i pagamenti, previsti in un’unica soluzione. Secondo quanto comunicato dalle istituzioni, i tempi di erogazione dovrebbero essere rapidi, ma resta da verificare la reale tempistica dell’intero processo amministrativo.
L’importo del bonus può arrivare fino a 800 euro al mese, per un massimo di 12 mensilità. In totale, il contributo può raggiungere i 9.600 euro, ma la somma effettivamente percepita dipenderà dall’entità dell’assegno di mantenimento non ricevuto.
Questo meccanismo mira a coprire in parte il mancato sostegno economico durante il periodo critico della pandemia. L’importo dovrebbe arrivare direttamente alla parte che non lo ha percepito.
Bonus genitori separati sbloccato? Le reazioni
L’annuncio dello sblocco del bonus genitori separati è stato accolto con un misto di sollievo e scetticismo. Se da un lato le famiglie coinvolte vedono finalmente concretizzarsi l’aiuto tanto atteso, dall’altro permangono dubbi sui tempi di effettiva erogazione. Le precedenti esperienze di ritardi burocratici fanno temere che il processo possa richiedere più tempo del previsto.
Inoltre, il numero di domande accolte rispetto a quelle presentate evidenzia come non tutti i richiedenti siano riusciti a soddisfare i requisiti imposti. Questo potrebbe sollevare ulteriori polemiche sulla rigidità dei criteri di selezione, che hanno escluso molte famiglie in difficoltà.
Riassumendo
- Sblocco del bonus – L’Inps dovrebbe a breve procede con i pagamenti dopo due anni di ritardi burocratici.
- Requisiti di accesso – Necessario reddito basso, mancato mantenimento e convivenza con figli minorenni o disabili.
- Importo del contributo – Fino a 800 euro mensili per un massimo di 9.600 euro totali.
- Iter burocratico complesso – Vincoli rigidi e verifiche hanno rallentato l’erogazione e lasciato molte richieste sospese.
- Tempi di pagamento – L’Inps promette erogazioni rapide, ma rimangono dubbi sulle tempistiche effettive.