Con la manovra di bilancio 2024 e il decreto attuativo della riforma fiscale arriva anche il bonus imprese impatriate. In pratica, una detassazione del reddito (in percentuale) per le attività d’impresa e gli esercenti arti e professioni in forma associata trasferiti in Italia e precedentemente volte in un Paese estero.
Si tratta, dunque, di un incentivo a tornare nel nostro Paese. Allo stesso tempo è detto, tuttavia, che il Paese di provenienza deve essere diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea.
Il beneficio in sintesi
Il bonus imprese impatriate (applicabile anche agli esercenti arti e professioni) funziona in modo simile al regime impatriati (anch’esso con novità 2024) riservato alle persone fisiche NON partita IVA
Quindi, significa che una parte del reddito che sarà prodotto in Italia non sarà tassato e non lo sarà per un determinato periodo di tempo. In particolare, la novità prevede che
- non concorrerà alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’IRAP
- il 50% del reddito imponibile derivante dalle attività d’impresa. E dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata trasferite in Italia e precedentemente svolte in un Paese estero, diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo (SEE)
Bonus imprese impatriate, l’altro requisito
La tassazione favorevole si applicherà nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 periodi di imposta successivi.
Se durante il periodo di fruizione del beneficio o nei 10 periodi d’imposta successivi alla sua fine, l’impresa o l’esercente arte e professione si trasferisce nuovamente in uno Stato non appartenente all’Unione Europea e allo Spazio economico europeo, l’agevolazione è persa.
A ogni modo, si stabilisce che il bonus imprese impatriate in commento non trova terreno di applicazione per quelle attività esercitate Italia nei 24 mesi antecedenti il loro trasferimento. La ratio di questa limitazione risiede nella volontà del nostro legislatore di evitare lo sfruttamento dell’agevolazione fiscale. Ciò per quelle attività già in precedenza esercitate in Italia. E e trasferite all’estero per poi trasferirsi nuovamente da noi con il solo intendo di godere del bonus.
Riassumendo…
- il decreto attuativo della riforma fiscale, varato insieme alla legge di bilancio 2024, introduce un bonus imprese impatriate. In pratica è stabilito che
- non concorrerà alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’IRAP, il 50% del reddito imponibile derivante dalle attività d’impresa. E dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata trasferite in Italia.
- il trasferimento deve provenire da Paese estero diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo (SEE).
- il regime si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 periodi di imposta successivi
- si perde se durante il periodo di godimento o nei 10 successivi alla sua fine, l’impresa o l’esercente arte e professione si trasferisce nuovamente all’estero in Paese diverso da quelli appartenenti all’UE e allo Spazio Economico Europeo.