In un contesto economico sempre più difficile, con il costo della vita e l’inflazione che pesano sulle spalle di molte famiglie italiane, il governo prevede diverse misure di sostegno economico. Tra queste, una delle più rilevanti è il bonus busta paga destinato a chi ha uno stipendio inferiore ai 2000 euro mensili.
Questa misura, conosciuta come taglio del cuneo fiscale, mira a ridurre il carico fiscale sui lavoratori con salari più bassi, offrendo significativi sgravi e indennità.
In redazione è giunto un quesito.
“Buongiorno, a gennaio 2024 sono stato assunto da un’azienda con contratto di lavoro a tempo indeterminato. La mia busta paga ha un lordo di circa 3.000 euro al mese, per un netto di 1.950 euro circa. IL mio reddito annuo lordo, dunque, presumo che sarà oltre 35.000 euro. Sono a chiedere se ho diritto al c.d. taglio cuneo fiscale, ossia il bonus busta paga per redditi fino a 35.000 euro annui. Tale importo, vale a dire 35.000 euro, deve intendersi lordo o netto?”
Come funziona il taglio cuneo fiscale
Il taglio del cuneo fiscale è una misura introdotta per alleviare le difficoltà economiche di chi percepisce una busta paga ridotta. Specificamente, questa iniziativa prevede una riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti. Nel 2023, il legislatore ha stabilito che per i redditi fino a 25.000 euro annui, corrispondenti a circa 2000 euro lordi al mese, la decontribuzione sarà del 7%. Per i redditi che superano i 25.000 euro ma non eccedono i 35.000 euro annui, la riduzione sarà del 6%.
Questo bonus busta paga non si è fermato al 2023. Il governo ha deciso di prorogare la misura anche per il 2024, mantenendo le stesse aliquote di decontribuzione. Ciò significa che per tutto il 2024, i lavoratori con un reddito annuo fino a 25.000 euro continueranno a beneficiare di una riduzione del 7% sui contributi, mentre chi ha un reddito annuo tra 25.000 e 35.000 euro beneficerà di una riduzione del 6%.
Ci sono ora da trovare le risorse per prolungare i bonus busta paga anche al 2025 o per renderlo addirittura strutturale.
Come verificare la spettanza del bonus busta paga
Per determinare se si ha diritto al bonus busta paga, è essenziale controllare la RAL, ossia la Retribuzione Annua Lorda. Questo importo, che deve essere di circa 2000 euro lordi mensili per ottenere il beneficio massimo del 7%, viene indicato in busta paga. Le diciture specifiche che segnalano l’applicazione del bonus sono “ES. 7,00% (RETRIBUZIONE)” per la decontribuzione del 7% e “ES. 6,00% (RETRIBUZIONE)” per quella del 6%.
Non è un bonus legato all’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) ma alla busta paga.
Il bonus busta paga ha un impatto significativo sulla vita dei lavoratori a basso reddito. La riduzione del cuneo fiscale significa che una maggiore parte del salario lordo rimane nelle tasche dei lavoratori, aumentando il loro potere d’acquisto. Questa misura è particolarmente importante in un periodo in cui l’inflazione erode il valore reale dei salari e il costo della vita continua a salire.
Si tratta, dunque, di una boccata d’ossigeno per molte famiglie italiane che lottano per far fronte alle spese quotidiane. Riducendo il carico contributivo sui lavoratori con redditi più bassi, questa misura non solo allevia le pressioni economiche immediate ma contribuisce anche a una maggiore equità nel sistema fiscale.
Riassumendo…
- Il bonus busta paga non è dipendente dall’ISEE
- Il beneficio è del 7% per una busta paga di massimo 2000 euro lordi/mese; e del 6% per chi arriva a una RAL di massimo 35000 euro/anno