Rimandare la pensione e ricevere un bonus in busta paga.
E’ questa la proposta della Lega che è al vaglio dei tecnici del Governo che stanno valutando come e se la proposta sia effettivamente realizzabile. Quanto proposto dalla Lega mira soprattutto ad arginare la carenza di personale nel pubblico impiego. Intanto prende piede la possibilità di una proroga di quota 102 che potrebbe però subire delle modiche sui requisiti anagrafici e contributivi per andare in pensione in via anticipata.
Entrambe le misure, bonus busta paga con pensionamento ritardato e quota 102, potrebbero trovare posto nella prossima Legge di bilancio, rispetto alla quale il nuovo Governo è in forte ritardo sull’ordinario ruolino di marcia.
La proposta della Lega. Bonus in busta paga e pensionamento ritardato
La proposta della Lega è un vero e proprio incentivo a rimandare la pensione. Infatti, i tecnici del Governo su proposta de partito del partito del Leader Salvini, stanno valutando la possibilità di garantire un aumento in busta paga ossia un bonus in busta paga a chi decide di rimandare la pensione, una volta maturati i requisiti di pensionamento.
In particolare, il bonus sarebbe pari ad un aumento in busta paga di circa 1/3 grazie ad uno sgravio contributivo ad hoc. Dunque, sulla falsa riga del precedente bonus Maroni.
L’agevolazione ossia il bonus in busta paga a chi decide di rimandare la pensione, non sarebbe ancorato ad un requisito anagrafico rigido. Infatti, si prenderebbero a riferimento i requisiti minimi validi per le singole categorie di lavoratori. Ad esempio, a oggi, i medici vanno in pensione in alcuni casi con 62 anni d’età e 35 di contribuzione oppure con il solo requisito di 42 anni di contributi (riscatti inclusi).
La novità mira soprattutto a porre rimedio alla carenza di personale nel settore pubblico. Dove, a risentire maggiormente della presenza di organici ridotti, è soprattutto il settore sanitario.
A ogni modo, la proposta della Lega sembra aver trovato la giusta attenzione. Non è ancora chiaro se l’incentivo riguarderà anche i lavoratori del settore privato.
La proroga di quota 102
Un ulteriore passaggio da valutare in vista della prossima Legge di bilancio è la proroga di quota 102. Ciò servirebbe a scongiurare un ritorno alla “Fornero”.
A oggi, quota 102, permette il pensionamento anticipato, ex D.L. 4/2019:
- con un requisito anagrafico pari almeno a 64 anni e
- un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Quota 102 è percorribile dagli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata, che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di età anagrafica pari a 64 anni e di anzianità contributiva pari a 38 anni (c. d. “quota 102”)
C’è chi potrà sfruttare quota 102 anche nel 2023.
Detto ciò, nella prossima Legge di bilancio, i requisiti di accesso potrebbero essere rivisti. Magari prevedendo un requisito anagrafico di 63 anni ma alzando la quota contributiva.
Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà in merito.