Il bonus internet veloce è una misura contenuta nella seconda fase del piano voucher destinato alle famiglie. Ma non per tutte, soltanto per quelle che non hanno una connessione veloce a casa. Costoro potranno avere uno sconto sull’attivazione di un contratto in fibra o adsl di almeno 30 mbps. Si ricorda che il bonus internet veloce è erogato già dal 2020 ma all’epoca erano solo per le famiglie con Isee fino a 20 mila euro. Dal 1 marzo di quest’anno, poi, la misura è destinata anche alle piccole e medie imprese.
Contributo connessione veloce 2022 per tutti
Il bonus internet veloce 2022 spetta a tutti coloro che sono residenti sul territorio italiano e che hanno una connessione internet sotto i 30 Mbps (megabyte per secondo). Il contributo spettante ovvero il voucher destinato a tali famiglie sarà di 300 euro. Tale cifra è definita in base ad una stima dei prezzi delle offerte che si trovano attualmente sul mercato. Il contributo sarà erogato solo una volta per ogni nucleo familiare e non sarà necessario avere un reddito basso o l’Isee sotto una certa soglia.
Come funziona il bonus internet veloce per avere una connessione veloce sopra i 30 Mbps
Per avere il bonus internet veloce il contratto dovrà avere una durata di almeno 24 mesi ma senza vincolo. Si potrà infatti cambiare operatore e nel caso si abbiano ancora a disposizioni risorse del voucher da fruire, si potranno utilizzare queste ultime con il nuovo fornitore. Per quanto concerne l’erogazione il Ministero affiderà ad Infratel la realizzazione e la tenuta del portale. Quest’ultimo servirà infatti per la registrazione degli operatori. Inoltre per la gestione dei voucher, per le verifiche e per le procedure inerenti ai rimborsi che andranno agli operatori.
La guida con le istruzioni relative al bonus internet veloce sarà pubblicato nelle prossime settimane sul sito di Infratel Italia. Intanto gli operatori del settore possono inviare suggerimenti/commenti su quanto prevede il piano. Tale operazione è possibile mediante e-mail all’indirizzo [email protected]. Dopo la consultazione pubblica, poi, il piano sarà notificato alla Commissione Europea prima di essere lanciato con un decreto.
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