Bonus investimenti ZES unica. Le indicazioni di Assonime 

Secondo Assonime l'attuale assetto del bonus presenta diverse criticità che potrebbero limitare gli effetti positivi legati all'agevolazione
12 mesi fa
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Bonus ZES
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Assonime ha pubblicato un approfondimento, studio n°6/2023, con il quale, tra l’altro, mette anche in evidenza alcune criticità legate al bonus ZES ossia al nuovo credito d’imposta previsto nel DL 124/2023, c.d. decreto Sud, decreto con il quale è stata istituita un’unica Zona Economica Speciale per tutto il Mezzogiorno.

Per Zona economica speciale (ZES) si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.

Il bonus ZES

Il nuovo bonus ZES è previsto all’art.16 del DL 124/2023.

Si tratta di un nuovo credito d’imposta che riprende in larga parte quello già in essere per il mezzogiorno, il c.d. bonus Sud. Cambiano però le intensità di aiuto ossia le percentuali agevolative che ora fanno riferimento alla nuova e più “conveniente “Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 (fino al 60% dell’investimento).

Il bonus ZES spetta alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna Molise e Abruzzo.

Sono agevolati gli investimenti (la norma parla di investimenti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale, articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014)  relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di:

  • nuovi macchinari;
  • impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio ZES;
  • nonché acquisto di terreni e acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

Non possono sfruttare la nuovo agevolazione, i soggetti che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti, esclusi i settori del magazzinaggio e del supporto ai trasporti, e delle relative infrastrutture.

 Sono inoltre esclusi i settori della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo.

Detto ciò, sono agevolabili gli investimenti effettuati  dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024.

Le caratteristiche degli investimenti agevolati

Ogni progetto di investimento è agevolato nel limite massimo  di 100 milioni di euro. Non sono agevolabili i progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.

Per gli investimenti effettuati mediante contratti di locazione finanziaria, si assume il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni. Tale costo non comprende le spese di manutenzione.

Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Dunque, gli investimenti spettano con limiti precisi.

Bonus investimenti ZES unica. Le indicazioni di Assonime

Proprio sulla ZES unica e sul nuovo bonus Zes si è soffermata Assonime. L’Associazione fra le società italiane per azioni ha messo in evidenza alcune criticità legate al bonus in parola.

Secondo Assonime, come si legge nello studio sul bonus ZES:

preoccupa il fatto che il Decreto Sud preveda l’applicazione del credito di imposta soltanto per il 2024, limitando ulteriormente l’orizzonte temporale agli investimenti realizzati nel periodo tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024. Tale orizzonte risulta troppo limitato per qualsiasi impresa che voglia programmare investimenti nel medio termine, agevolando, in questo modo, solo gli investimenti già programmati, con una modesta capacità di promuoverne di aggiuntivi. Inoltre, potrebbe essere utile ragionare sul fatto che il 50% dell’agevolazione possa sostenere – come previsto dal testo del Decreto Sud – l’acquisto di terreni e la costruzione di fabbricati; la percentuale potrebbe essere ridotta per evitare, come accaduto in passato, investimenti in fabbricati rimasti poi inutilizzati.

Inoltre, secondo Assonime, il fatto che il decreto Sud rimandi ad un decreto interministeriale, da emanare entro il 30 dicembre 2023, per la definizione delle modalità di accesso al beneficio, nonché dei criteri e delle modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta e dei relativi controlli, rischia di generare incertezza e mancanza di prevedibilità per i soggetti che stanno valutando investimenti nel Sud Italia.

Effettivamente i rilievi evidenziati da Assonime sono di particolare importanza. Inoltre, preoccupa la disponibilità delle risorse finanziarie (Il DDL di bilancio interviene in merito) in quanto l’eventuale carenza di fondi, erogati alla generalità dei progetti, renderebbe vana la misura. Bisognerebbe selezionare i progetti che effettivamente portano valore per lo sviluppo del mezzogiorno. Dunque si dovrebbe ragionare in un’ottica futura di crescita economica e di occupazione.

Riassumendo…

  • Il decreto Sud prevede un nuovo credito d’imposta per gli investimenti nella Zes Unica;
  • sono agevolabili gli investimenti effettuati  dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024;
  • secondo Assonime l’attuale assetto del bonus presenta diverse criticità che potrebbero limitare gli effetti di crescita legati all’agevolazione.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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