Bonus mamma, a chi fare domanda: all’azienda o all’INPS?

L’applicazione del bonus mamma non è automatica, bisogna chiederlo. A chi fare la domanda all’azienda o all’INPS?
11 mesi fa
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bonus mamma
Foto © Pixabay

Entra nel vivo il nuovo bonus mamma previsto con la legge di bilancio 2024. La chance per le lavoratrici madri di chiedere l’esonero totale, per il periodo paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico della lavoratrice stessa.

Un beneficio che, tuttavia, non è previsto per tutte. Allo stesso tempo, infatti, il legislatore stabilisce i requisiti, i limiti di importo e le modalità di accesso. L’INPS ha anche emanato la circolate in cui analizza in dettaglio questi aspetti e fornisce chiarimenti laddove necessario.

È la Circolare n. 27 del 31 gennaio 2024.

Quanti figli

Il primo requisito per avere il bonus mamma è che la lavoratrice, oltre ad essere madre, sia una dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Si può avere sia laddove il datore di lavoro sia privato sia laddove trattasi di datore di lavoro pubblico. È previsto per tutti i settori tranne quello del lavoro domestico. Quindi, niente bonus mamma per la badante, colf, ecc.

L’altro requisito è il numero di figli. Regola generale è che il beneficio spetta alla lavoratrice madre con tre o più figli. In tal caso compete, per il periodo paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, e comunque non oltre il mese di compimento del 18° anno del figlio più piccolo. Se, quindi, ad esempio, oggi la lavoratrice ha tre figli minori e il più piccolo compie 18 anni il 3 maggio 2025, il beneficio troverà applicazione per il periodo da gennaio 2024 al mese di maggio 2025.

Limitatamente al periodo paga 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2024, il bonus mamma è anche per le lavoratrici madri con due o più figli, fino al mese di compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo.

In tutti i casi, l’esonero si applica nel limite massimo di 3.000 euro annui da riparametrare su base mensile.

Bonus mamma, a chi fare domanda

Per tutti i chiarimenti sul bonus mamma si rimanda alla Circolare INPS di cui in premessa.

Detto ciò, l’applicazione del beneficio NON è automatico. Nel senso che non sarà il datore di lavoro ad applicarlo in automatico.

Secondo quanto è detto nella predetta circolare, la lavoratrice che vuole avere il bonus mamma deve chiederlo espressamente. La richiesta è fatta direttamente al datore di lavoro comunicando il numero dei figli e i codici fiscali di due o tre figli.

Il datore di lavoro a sua volta dovrà esporre nelle denunce retributive mensili (UNIEMS) l’esonero spettante alla lavoratrice secondo le indicazioni operative indicate nella più volte menzionata Circolare n. 27 del 2024.

In alternativa, può essere la lavoratrice stessa a comunicare direttamente all’INPS i codici fiscali dei figli, tramite apposito applicativo web che sarà preso reso disponibile dall’istituto.

Quindi, la richiesta è fatta al datore di lavoro. Quest’ultimo espone i codici fiscali dei figli della lavoratrice nei flussi mensili Uniemes. In alternativa, detti codici fiscali possono essere comunicati dalla lavoratrice.

La mancata comunicazione dei codici fiscali dei figli da parte del datore di lavoro nelle denunce o, in via alternativa, da parte della lavoratrice mediante utilizzo dell’apposito applicativo, comporterà la revoca del beneficio in commento.

Riassumendo

  • il bonus mamma è stato previsto con la legge di bilancio 2024
  • spetta alle lavoratrici madri con tre o più figli, per il periodo paga 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2026, fino al mese di compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo
  • limitatamente al periodo paga 2024, spetta anche alle lavoratrici madri con due o più figli, non oltre il mese di compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo
  • la lavoratrice deve avere contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato
  • il bonus mamma in caso di passaggio da contratto determinato a indeterminato può applicarsi dal mese della trasformazione
  • la lavoratrice che vuole avere il beneficio deve comunicarlo al datore di lavoro rendendogli noto i codici fiscali dei figli
  • l’azienda a sua volta espone i codici fiscali dei figli nella denuncia mensile Uniemes (in alternativa può essere la stessa lavoratrice a comunicare all’INPS detti codici fiscali mediante il portale che presto sarà reso disponibile).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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