Come si possono spendere i soldi del bonus mamma lavoratrice? Come cantano Elisa e Ligabue con il brano A modo tuo: “Sarà difficile diventar grande, prima che lo diventi anche tu. Tu che farai tutte quelle domande, io fingerò di saperne di più. Sarà difficile, ma sarà come deve essere. Metterò via i giochi, proverò a crescere”.
Per ogni genitore è indubbiamente difficile veder crescere i propri figli.
Si tratta tuttavia di una fase obbligatoria, con cui tutti quanti dobbiamo fare i conti.
Bonus mamma lavoratrice, come si possono spendere i soldi
Non tutti le famiglie, però, riescono a sostenere le varie spese. Da qui la decisione del governo di introdurre delle misure ad hoc, come ad esempio il bonus mamma lavoratrice. A proposito di tale agevolazione è giunto in redazione il quesito di una nostra lettrice che ci chiede:
“Buongiorno, mi chiama Gabriella e sono mamma di tre bambini che hanno rispettivamente 10, 8 e 5 anni. Lavoro con contratto a tempo indeterminato presso un salone di parrucchieri. Parlando con il mio datore di lavoro, mi ha confermato che ho diritto al bonus mamme. Tuttavia non mi ha saputo fornire dettagli in merito alle modalità di utilizzo. Ho deciso quindi di contattarvi per chiedervi chiarimenti. In particolare vorrei sapere se posso spendere i soldi come desidero oppure solamente per spese documentate per i figli. Grazie in anticipo per la risposta”.
Bonus mamme lavoratrice, i chiarimenti dell’istituto di previdenza
Per fornire una risposta al quesito della nostra lettrice riportiamo di seguito quanto spiegato dall’Inps attraverso la circolare numero 27 del 31 gennaio 2024.
“per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile“. Tale esonero è stato esteso “in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche alle lavoratrici madri di due figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo”.
Come è possibile evincere, quindi, il bonus mamme si presenta come uno sgravio fiscale dei contributi previdenziali a carico delle mamme lavoratrici, che si traduce in un aumento dello stipendio. Le mamme con contratto a tempo indeterminato, quindi, potranno beneficiare di una busta paga più ricca, purché in possesso dei requisiti richiesti.
Non viene richiesto, invece, di documentare le spese sostenute. Per questo possiamo presumere che sia possibile spendere come meglio si crede i soldi che si ottengono grazie a tale misura.