Bonus mamme 2024. Quanto si risparmia veramente in busta paga?

Lo sgravio sui contributi ottenuto grazie al bonus mamme, viene eroso dalle maggiori imposte da versare allo Stato
10 mesi fa
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Assegno da 383,46 euro al mese alle neo mamme nel 2023 oltre all'assegno unico con domanda al Comune di residenza.
Foto © Pixabay

Il bonus mamme 2024 rappresenta la grande novità della Legge di bilancio 2024 (L.n°213/2023). Si tratta di uno sgravio contributivo in busta paga del 100%. Nei fatti, le lavoratrici interessate dallo sconto sui contributi avranno una busta paga più pesante. Tuttavia, però, c’è sempre un altro lato della medaglia.

Infatti, si deve tenere conto di quello che è il meccanismo del calcolo del netto in busta paga. Cosicché, è necessario considerare una variabile che porterà alla riduzione dei vantaggi legati allo sgravio.

Dunque, sicuramente lo sconto sui contributi è una notizia ben accolta dalle lavoratici madri con due o più figli, tuttavia è bene porre l’accento sulle conseguenze legate all’applicazione del taglio sui contributi a carico del lavoratore in busta paga.

Il bonus mamme 2024

Prima di entrare nello specifico della questione, è utile soffermarsi sui requisiti che le lavoratrici madri devono rispettare per prendere lo sgravio dei contributi.

Ebbene, i commi da 180 a 182 della L. di bilancio 2024, regolano lo sgravio contributivo per le lavoratrici madri con contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Nello specifico, lo sconto sui contributi spetta:

  • alle lavoratrici dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
  • con tre o più figli, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo;
  • con due figli, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo (in via sperimentale);
  • per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 nel caso suddetto di madri con almeno tre figli e per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 nel caso suddetto di madri con due figli;
  • nella misura del 100 per cento dei contributi previdenziali;
  • nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile. Restano esclusi i rapporti di lavoro domestico.

Lo sgravio passa da apposita documentazione bonus mamme da presentare in azienda.

Bonus mamme. Quanto si risparmia veramente in busta paga?

Per capire l’entità dello sconto sui contributi ottenuto dalle lavoratrici grazie al bonus mamme, è necessario innanzitutto sapere a quanto ammontano i contributi normalmente dovuti dal lavoratore.

Dunque facciamo riferimento ai contributi trattenuti in capo al lavorare, contributi IVS.

Di norma i contributi previdenziali a carico dei lavori dipendenti sono calcolati sulla base delle seguenti aliquote:

  • 9,19% per le lavoratici dipendenti del settore non agricolo;
  • 8,84 per le lavoratici dipendenti del settore agricolo.

Grazie al bonus mamme si ha uno sconto del 100% nel limite massimo di 3.000 euro annui.

Il fatto che il contribuente non paghi contributi, va ad aumentare il suo reddito imponibile. Cosicché, semplificando, nel complesso, saranno più alte le imposte da versate allo Stato. Infatti, viene a mancare quella quota di deducibilità dei contributi che di norma avrebbe abbattuto il reddito imponibile.

Dunque, è corretto affermare che una parte del risparmio legato all’applicazione del bonus mamme viene assorbita dalle maggiore imposte da versare. Nel complesso, però il bonus mamme rimane un’agevolazione molto conveniente.

Riassumendo…

  • La Legge di bilancio 2024 prevede un nuovo bonus mamme;
  • si tratta di uno sgravio contributivo fino a 3.000 euro annui;
  • parte dei vantaggi legati allo sgravio viene assorbito dalle maggiori imposte dovute allo Stato per effetto dell’aumento del reddito imponibile.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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