Bonus mamme 2025. Decontribuzione anche per chi ha la partita iva (Legge di bilancio 2025)

Lo sconto sui contributi IVS della L.di bilancio 2024 viene esteso anche alle lavoratrici con partita iva non in regime forfettario
2 mesi fa
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lavoratrici mamme
Foto © Pixabay

Il DdL di bilancio 2025 pensa alle lavoratici autonome con partita iva che hanno due o più figli. Infatti, lo sgravio contributivo ossia lo sconto sui contributi IVS della L.di bilancio 2024 viene esteso anche alle lavoratrici con partita iva.

Si tratterà però di uno sgravio parziale in essere dal 2025 e riguarderà nel complesso: le lavoratrici dipendenti, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, e autonome. In riferimento alle lavoratrici autonome lo sconto riguarda coloro che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione.

Sono escluse le lavoratrici con partita iva in regime forfetario.

La legge di bilancio fa riferimento anche alle lavoratrici dipendenti con due figli in quanto lo sgravio previsto dalla L.di bilancio 2024 per tali lavoratrici copriva solo i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024.

Il Bonus mamme. Lo sconto sui contributi IVS per le lavoratrici madre

Prima di entrare nello specifico delle novità del DdL di bilancio 2025 è utile richiamare le peculiarità dell’attuale bonus mamme.

Ebbene, i commi da 180 a 182 della L. di bilancio 2024, regolano lo sgravio contributivo per le lavoratrici madri con contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Nello specifico, lo sconto sui contributi IVS spetta:

  • alle lavoratrici dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
  • con tre o più figli, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo;
  • con due figli, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo (in via sperimentale);
  • per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 nel caso suddetto di madri con almeno tre figli e
  • per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 nel caso suddetto di madri con due figli.

Lo sgravio è riconosciuto  nella misura del 100 per cento dei contributi previdenziali; nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile.

Restano esclusi i rapporti di lavoro domestico. Si veda la guida sul bonus mamme.

Bonus mamme 2025. Decontribuzione anche per chi ha la partita iva

A partire dal 2025, il nuovo bonus mamme previsto nel DdL di bilancio 2025 garantisce un esonero parziale dei contributi previdenziali per le lavoratrici madri, con un limite di spesa fissato a 300 milioni di euro annui.

Il beneficio mira a supportare economicamente le lavoratrici dipendenti e autonome con figli, riconoscendo un esonero contributivo per i contributi previdenziali relativi a invalidità, vecchiaia e superstiti, per la parte a carico delle lavoratrici.

L’esonero non si applica ai rapporti di lavoro domestico (colf, badanti, ecc.)

Le beneficiarie del bonus mamme 2025 devono essere madri di almeno due figli nonchè percepire:

  • redditi da lavoro dipendente;
  • redditi da lavoro autonomo oppure
  • redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione.

Sono escluse le lavoratrici madre che hanno optato per il regime forfetario.

Lo sgravio sui contributi spetta nello specifico:

  • alle mamme di due o più figli e che fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo ovvero,
  • a decorrere dall’anno 2027, alle madri di tre o più figli, fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Attenzione però, il beneficio non si applica per gli anni 2025 e 2026 in favore delle lavoratrici beneficiarie dell’esonero contributivo disposto dall’articolo 1, comma 180, della legge n. 213 del 2023. Il riferimento è allo sgravio attualmente in essere e già analizzato al primo paragrafo.

Limiti reddituali

L’esonero contributivo spetta a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40 mila euro su base annua.

Si precisa, in ogni caso, che resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

Ciò significa che lo sconto sui contributi non avrà effetti negativi ai fini pensionistici.

Per l’attuazione dello sgravio è prevista l’adozione di apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Infatti: entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio , un decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, insieme al Ministro dell’Economia e delle Finanze, stabilirà le modalità attuative, inclusa la misura dell’esonero, le procedure per la richiesta e le modalità di riconoscimento del bonus mamme 2025.

Riassumendo…

  • Esonero Contributivo: Sgravio parziale sui contributi previdenziali per lavoratrici madri dipendenti e autonome, escluse le lavoratrici domestiche.
  • Requisiti di Reddito: Reddito imponibile annuo massimo di 40.000 euro.
  • Condizione Familiare: Beneficio per madri con almeno due figli; dura fino ai 10 anni del figlio più piccolo, esteso a 18 anni per chi ha tre figli dal 2027.
  • Invariabilità della Pensione: lo sconto sui contributi non avrà effetti negativi ai fini pensionistici
  • Attuazione: Modalità e requisiti definiti da un decreto attuativo entro 30 giorni dall’entrata in vigore della Manovra 2025.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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