Via libera alla presentazione delle domande di incentivo economico (bonus Maroni) per chi matura il diritto a Quota 103. Lo rende noto l’Inps col messaggio n. 2426 del 28 giugno 2023 recependo le disposizioni contenute nella legge di bilancio di quest’anno.
Come noto, chi, avendo i requisiti, rinuncia ad andare in pensione con Quota 103 (a 62 anni di età con 41 di contributi), può beneficiare di un aumento dello stipendio. Incremento conseguente alla mancata trattenuta contributiva operata dal datore di lavoro in busta paga.
Come funziona il bonus Maroni
Ma come funziona esattamente l’incentivo? Il bonus Maroni, che prende il nome dall’ex ministro Roberto Maroni che lo aveva introdotto in passato, è riconosciuto solo ai lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per andare in pensione con Quota 103 entro la fine dell’anno. In pratica lo Stato non aggiunge nulla in busta paga, ma solo permette al datore di lavoro di girare i contributi obbligatori del lavoratore dovuti all’ente pensionistico in busta paga.
Ne consegue uno sgravio contributivo che si trasforma in retribuzione. In percentuale – ricordiamo – che la contribuzione totale è di circa il 33%, ma solo la quota a carico del lavoratore (9,19%) è destinata a retribuzione in busta paga.
Chi matura i requisiti per la Quota 103 ha quindi il diritto di restare al lavoro rinunciando all’accredito per fini pensionistici della quota dei contributi a proprio carico. Detti contributi (bonus Maroni) confluiscono in busta paga e la retribuzione si alza del 9,19%. Su un retribuzione di 2.000 euro mensili, ad esempio, si tratterebbe di circa 183 euro in più.
Il bonus è al lordo delle trattenute Irpef perché finisce direttamente nella retribuzione del lavoratore soggetta a tassazione. Mentre sarebbe esente da trattenute se finisse nella gestione pensionistica. Non solo. Lo svantaggio sarà anche di una pensione futura meno ricca mancando della contribuzione del 9,19%. Il rischio, quindi, è che ci si ritrovi una busta paga più alta al momento, ma con una pensione più bassa.
Destinatari del bonus Maroni e durata
Il bonus Maroni – come disciplinato dal decreto 21 marzo 2023 – interessa tutti i lavoratori dipendenti, del settore pubblico e privato, che abbiano raggiunto, o che raggiungano entro il 31 dicembre 2023, i requisiti per Quota 103. Sono esclusi i lavoratori che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (con 41- 42 anni e 10 mesi di contributi) a 62 anni.
Il beneficio è riconosciuto a domanda del lavoratore a partire dalla prima decorrenza utile della pensione con Quota 103. La domanda può essere presentata una sola volta purché non si sia ancora raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni). La scelta è revocabile dal lavoratore in qualsiasi momento.
Più precisamente l’incentivo decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di esercizio della facoltà. Per la presentazione delle domande sarà necessario rivolgersi all’Inps che certifica al lavoratore il possesso dei requisiti per Quota 103. Acquisita la certificazione il datore di lavoro attuerà lo sgravio in busta paga anche retroattivamente.
Come fare domanda all’Inps
Le istanze per il bonus Maroni – spiega l’Inps – possono essere presentate attraverso i seguenti canali:
- direttamente dal sito internet Inps, accedendo tramite credenziali digitali (Spid, Cie o Cns) seguendo il percorso “Pensione e Previdenza” -> “Domanda di pensione” e proseguendo all’interno dell’area tematica “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci”;
- utilizzando i servizi telematici offerti dagli Istituti di patronato;
- contattando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).