Il settore wedding è ripartito il 15 giugno 2021 con le dovute misure necessarie a contenere la diffusione del Covid-19. Il lungo stop di quasi un anno degli eventi ha creato un danno economico non indifferente per le strutture dedicate e tutto l’indotto (fornitori, ecc.). A fronte di ciò è istituito bonus matrimonio.
Il bonus matrimonio per imprese e fornitori
Con l’intento di sostenere il settore in questa fase di ripartenza, con un emendamento al decreto Sostegni bis, in fase di definitiva conversione in legge, approvato dalla Commissione bilancio della Camera nella seduta dell’8 luglio 2021, si autorizza l’erogazione di contributi a fondo perduto in favore di imprese operanti nel wedding, nell’intrattenimento, nell’organizzazione di feste e cerimonie e nel settore dell’Hotellerie-Restaurant-Catering (HORECA)
Le risorse stanziate sono circa 60 milioni di euro.
Cosa certa è che ai fini del beneficio l’impresa deve avere sede in Italia e, come per atri contributi a fondo perduto previsti a fronte dell’emergenza Covid-19, sarà richiesto come requisiti di accesso il calo di fatturato. Dovrà essere presentata apposita domanda in cui certificare il codice ATECO di appartenenza e in cui attestare il possesso dei requisiti.
Salta il bonus matrimonio per le coppie
Non passa, invece, l’emendamento che proponeva un bonus matrimoni anche per le coppie che, causa Covid-19, sono state costrette a rimandare o annullare il loro lieto evento.
L’emendamento, in questione, in dettaglio proponeva, per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, per le spese documentate, sostenute in Italia, per pagamenti connessi alla celebrazione del matrimonio, una detrazione dall’imposta lorda nella misura del 25%, fino ad ammontare complessivo delle medesime non superiore a 25.000 euro, da ripartire tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo.
La detrazione (bonus matrimonio) sarebbe spettata, ad esempio, per addobbi floreali, servizio fotografico, wedding planner, trucco, parrucchiere, catering, ristorazione, abiti da sposi, acconciatura.
Lo sgravio fiscale, se approvato, doveva essere goduto direttamente in dichiarazione dei redditi, come detto, in 5 quote annuali di pari importo.
Potrebbero anche interessarti: