Bonus mobili 2024, ultimo giro ultima corsa

Il 2024 potrebbe essere davvero l’epilogo del bonus mobili e grandi elettrodomestici. Quali i possibili impatti di una fine?
10 mesi fa
2 minuti di lettura
Bonus mobili
Foto © Pixabay

Il bonus mobili e grandi elettrodomestici in Italia rappresenta, ormai da qualche anno, un incentivo fiscale cruciale nel settore dell’arredamento domestico, offrendo agevolazioni significative per chiunque intenda rinnovare gli arredi della propria abitazione.
Introdotto per stimolare il settore del mobile e favorire la ristrutturazione edilizia ha, infatti, agevolato numerosi contribuenti nel corso degli anni.

Peccato che il 2024 potrebbe ne segnare la conclusione. Pertanto, gli aspetti fiscali e le possibili evoluzioni normative richiedono un’attenzione particolare, posizionando il prossimo anno come quello cruciale per coloro che intendono beneficiarne.

Il bonus mobili oggi

L’agevolazione, come articolata oggi, consente ai contribuenti di detrarre dall’IRPEF una percentuale (50%) dei costi sostenuti per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare gli immobili oggetto di interventi di ristrutturazione.

Il bonus mobili, quindi, è collegato al bonus ristrutturazioni nel 730, ossia alla detrazione fiscale 50% per interventi di riqualificazione edilizia. Se c’è ristrutturazione della casa ci può essere anche bonus mobili e grandi elettrodomestici.

È fondamentale prestare particolare attenzione alla data di inizio dei lavori di ristrutturazione, poiché le regole stabiliscono condizioni specifiche per l’accesso.

Nel dettaglio, per le spese sostenute nel 2022, il bonus mobili è valido a patto che i lavori di ristrutturazione non abbiano avuto inizio prima del 1° gennaio 2021. Analogamente, per le spese del 2023, il beneficio si applica solo se i lavori non sono iniziati prima del 1° gennaio 2022.

Infine, per le spese del 2024, è fondamentale che i lavori abbiano avuto inizio non prima del 1° gennaio 2023.

Questa temporizzazione precisa riflette l’intenzione di stimolare gli investimenti nel settore, promuovendo la ristrutturazione abbinata all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, pur garantendo un’adeguata coerenza temporale con l’avvio effettivo dei lavori.

I limiti di spesa modificati negli anni

Nel tempo il legislatore è più volte intervenuto sui limiti massimi di spesa ammessi al bonus mobili. Concentrandoci sugli ultimi tre anni, per le spese effettuate nel 2022, il beneficio si applica su una spesa massima di 10.000 euro per ogni unità immobiliare, consentendo una detrazione massima di 5.000 euro per ciascun immobile coinvolto.

Tuttavia, nel 2023, il limite di spesa diminuisce a 8.000 euro, riducendo la detrazione massima a 4.000 euro per immobile. Da ultimo, nel 2024, il bonus mobili si applicherà su una spesa massima di 5.000 euro per unità immobiliare, garantendo uno sgravio massimo di 2.500 euro per immobile.

La detrazione è in 10 quote annuali di pari importo, senza la possibilità di scegliere lo sconto in fattura o la cessione del credito. Ai fini del beneficio fiscale è importante avere una tracciabilità delle transazioni e dimostrare la regolarità del pagamento. Infatti, regola vuole che il bonus mobili non spetti laddove il pagamento della spesa è con assegno o contanti. Serve, quindi, pagare con bonifico ordinario oppure carta elettronica.

Il bonus mobili è al capolinea?

Il 2024 si profila come possibile epilogo. Cos’ come al capolinea potrebbe essere il bonus verde. Non c’è, infatti, almeno per adesso all’orizzonte alcuna proroga anche al 2025 nemmeno per il bonus mobili. I contribuenti, pertanto, sono chiamati a riflettere attentamente sulle opportunità che questo sgravio fiscale ha offerto nel tempo e che potrebbe ancora offrire solo per poco.

La prospettiva della sua conclusione sottolinea l’importanza di agire prontamente e in modo strategico per coloro che desiderano goderne. È innegabile che l’agevolazione abbia rappresentato un incentivo prezioso per coloro che hanno intrapreso progetti di ristrutturazione e arredamento, facilitando l’accesso a detrazioni fiscali significative e contribuendo all’innalzamento degli standard abitativi.

La sua fine non solo potrebbe comportare un impatto finanziario diretto per chi intraprende progetti di ristrutturazione, ma anche influire sul settore dell’arredamento nel suo complesso.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema FISCO

Tassi BCE, arriva il taglio
Articolo precedente

I “falchi” alla BCE avvertono che i tassi di interesse potranno salire ancora, ma è un bluff

codice della strada
Articolo seguente

Codice della Strada e cinture di sicurezza: ecco quando non indossarle non fa prendere multe e sanzioni