Un trattamento integrativo direttamente in busta paga per i lavoratori dipendenti è quello che è stato il cosiddetto Bonus Renzi. A dire il vero non si chiama più così e nel tempo ha cambiato importo, formula e meccanismi di erogazione. Ma per i lavoratori dipendenti il trattamento integrativo IRPEF era e resta il Bonus Renzi.
Anche nel 2024 la misura funzionerà come sempre. Tutto confermato tranne qualche regola di calcolo. E come sempre i lavoratori adesso si chiedono se rientrano nella misura, se conviene chiedere l’erogazione a conguaglio o rinunciare e chiudere la partita con le proprie dichiarazioni dei redditi.
“Buongiorno, mi chiamo Pietro e sono un lavoratore dipendente con uno stipendio di 1.500 euro al mese. Volevo sapere se rientravo anche nel 2024 nel Bonus Renzi. Perché nel 2023 ho chiesto al mio datore di lavoro di non darmelo e l’ho recuperato con il mio modello 730. Volevo capire se qualcosa era cambiato e se devo usare la stessa formula dello scorso anno o se posso farmelo erogare mese per mese come tanti altri miei colleghi.”
Bonus Renzi 100 euro, ecco le novità 2024: meglio in busta paga o nel 730?
Il trattamento integrativo IRPEF resterà attivo anche l’anno venturo. Tutto come quest’anno. In pratica, il perimetro dei potenziali beneficiari del trattamento integrativo è lo stesso. Ma qualcosa cambierà. Perché sono cambiate alcune regole nelle detrazioni da lavoro dipendente come appena introdotto dalla legge di Bilancio. Ed essendo il trattamento integrativo un istituto che rientra nelle detrazioni IRPEF, ecco che cambiano le regole di calcolo anche del Bonus.
Detrazioni, scaglioni IRPEF e trattamento integrativo 2024
Le detrazioni per lavoro dipendente sono uno strumento che riduce la pressione fiscale sui lavoratori. Come le detrazioni sui redditi da pensione la riduce sui trattamenti previdenziali. Nel 2024 le detrazioni da lavoro dipendente e le detrazioni sui redditi da pensione vengono equiparate.
Nel 2023 per esempio, le detrazioni da lavoro dipendente come si legge sulle istruzioni delle dichiarazioni dei redditi dell’Agenzia delle Entrate, sono state pari a 1.880 euro. Parliamo di detrazione massima fruibile. Nel 2024 invece si passa a 1.955 euro. Come dicevamo, le modifiche alle detrazioni e le modifiche agli scaglioni IRPEF producono un effetto anche sul trattamento integrativo.
In pratica si ripeterà ciò che è stato fatto nel 2022 quando, per esempio, gli scaglioni IRPEF furono ridotti da 5 a 4. Nel 2024, in quella che a tutti gli effetti continua a essere la riforma dell’IRPEF, si assottigliano ancora gli scaglioni di imposta. Infatti si scende da 4 a 3.
Il Bonus Renzi: ecco una sintesi del trattamento integrativo IRPEF
Tornando al perimetro di applicazione del Bonus Renzi, nulla varierà come limiti di reddito. Infatti anche quando il governo Renzi varò la misura, il Bonus, che era di 80 euro al mese, era fruibile solo da lavoratori con redditi compresi tra 8.174 e 40.000 euro.
Con il taglio del cuneo fiscale il trattamento integrativo previsto salì di 20 euro arrivando a 100 euro al mese in busta paga. Questo dal 2021 con, però, una riduzione di platea perché ha portato i beneficiari a essere solo quelli con redditi fino a 28.000 euro. Riduzione ancora più marcata dopo il passaggio degli scaglioni IRPEF da 5 a 4, cioè dal 2023.
Infatti, il Bonus IRPEF è rimasto inalterato solo per redditi fino a 15.000 euro. Oltre tale soglia, ma non sopra i 28.000 euro (oltre non si percepisce), il trattamento integrativo è stato dato ai lavoratori a una condizione. Cioè solo se le detrazioni erano superiori all’imposta dovuta.
Resta confermato anche il fatto che il Bonus è fruibile da soggetti dentro il perimetro dell’IRPEF. Infatti chi rientra nella no tax area, non riceve il trattamento integrativo. E la no tax area 2024 sarà pari a 8.500 euro.
Meglio fare tutto nel modello 730?
In definitiva, nulla cambia.
Meglio passare al conguaglio di fine anno, anche se pure in questo caso i rischi non mancano visto che il datore di lavoro non può oggettivamente conoscere gli altri redditi che ha un dipendente. E questa non conoscenza vale sia mese per mese che per il conguaglio a dicembre.
La soluzione a prova di errore quindi è quello di rinunciare al trattamento. In modo tale da concludere il tutto con la dichiarazione dei redditi. Quando, se il Bonus è spettante, può essere recuperato.