Il Bonus ristrutturazione è una delle agevolazioni fiscali più importanti per i cittadini e le imprese, e con la Manovra 2025, approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre, sono previste alcune novità che interesseranno chi intende intraprendere lavori di ristrutturazione edilizia. Questo piano economico, che prevede investimenti di 30 miliardi di euro per il 2025 e ulteriori 35 miliardi nel 2026, punta a supportare l’economia e a sostenere il settore edilizio.
Manovra 2025: proroga e novità sul Bonus ristrutturazione
Il Bonus ristrutturazione, già noto per aver subito numerosi cambiamenti negli anni, ha visto confermata la sua aliquota al 50% per tutto il 2025, rispetto all’originario ritorno al 36% previsto per la fine del 2024.
Il tetto massimo di spesa resta fissato a 96.000 euro per unità abitativa, e la detrazione sarà dilazionata in 10 anni tramite sconto IRPEF. Inoltre, uno dei principali cambiamenti riguarda l’eliminazione della possibilità di usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito, meccanismi che erano stati introdotti negli ultimi anni per rendere il Bonus più accessibile.
In assenza di ulteriori modifiche legislative, l’aliquota del Bonus potrebbe scendere al 30% a partire dal 2028, con un limite di spesa ridotto a 48.000 euro per unità abitativa.
I lavori detraibili con il Bonus ristrutturazione 2025
Il Bonus ristrutturazione permette di detrarre il 50% delle spese sostenute per una vasta gamma di lavori edilizi. Questi interventi, che devono essere eseguiti nel rispetto delle normative edilizie locali, includono manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e manutenzione ordinaria per parti comuni.
- Manutenzione straordinaria: Questa categoria comprende interventi come l’installazione di ascensori, il rinnovamento di scale e recinzioni, la sostituzione di infissi e l’adozione di misure per il risparmio energetico. Si tratta di interventi che migliorano l’efficienza e la sicurezza dell’edificio.
- Restauro e risanamento conservativo: Interventi che modificano la struttura degli edifici senza alterarne la funzione principale, come la modifica delle altezze dei solai, la creazione di nuove aperture, e il miglioramento della distribuzione degli spazi interni.
- Ristrutturazione edilizia: Questa categoria è la più ampia e include lavori come la demolizione e ricostruzione di edifici, la realizzazione di mansarde e balconi, le modifiche alla facciata e l’aggiunta di servizi igienici. Questi interventi possono comportare anche aumenti di volumetria.
- Manutenzione ordinaria (solo per parti comuni): Sebbene la manutenzione ordinaria non sia detraibile per le singole unità immobiliari, è possibile richiedere la detrazione per interventi sulle parti comuni degli edifici, come la tinteggiatura delle pareti, la sostituzione di pavimenti e serramenti, il rifacimento di intonaci, la manutenzione degli impianti, e l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze.
Cosa cambia dal 2025
Le modifiche introdotte dalla Manovra 2025 rappresentano un sostanziale cambio di rotta per il settore edilizio, con una maggiore attenzione alle abitazioni principali e una riduzione delle agevolazioni per le seconde case.
Questo scenario evidenzia la necessità di pianificare con attenzione eventuali interventi edilizi, considerando non solo i costi diretti, ma anche la modalità con cui si potrà accedere alle agevolazioni fiscali. Inoltre, l’incertezza sul futuro delle aliquote, che potrebbero ridursi ulteriormente dopo il 2027, potrebbe spingere molti a completare i lavori entro il 2025 per sfruttare l’aliquota più alta del 50%.
I punti salienti…
- Il Bonus ristrutturazione 2025 mantiene l’aliquota al 50%, applicabile solo alle prime case con un tetto massimo di spesa di 96.000 euro, detraibile in 10 anni senza cessione del credito o sconto in fattura.
- I lavori detraibili includono manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, oltre a manutenzione ordinaria per parti comuni.
- Dal 2028, l’aliquota potrebbe ridursi al 30% e il tetto di spesa tornare a 48.000 euro.