Il credito d’imposta investimenti al Sud deve essere rideterminato: se i beni agevolati non entrano in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione; se, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione, sono dismessi, ceduti a terzi oppure destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa. La rideterminazioone avviene anche quando i beni sono destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale gli stessi sono entrati in funzione.
E lecito chiedersi se l’eventuale furto dei beni per i quali si beneficia del credito d’imposta comporti la rideterminazione dell’agevolazione. Con conseguente restituzione.
Noi di Investire oggi cerchiamo di arrivare ad una soluzione anche sulla base di precedenti interventi dell’Agenzia delle entrate, pur se hanno interessato altre agevolazioni.
Il bonus investimenti al Sud
Il credito d’imposta investimenti al Sud è stata introdotto dalla Legge n°208/2015, Legge di stabilità 2016.
La normativa è stata più volte oggetto di modifiche che hanno rivisto sia l’ambito oggettivo dell’agevolazione sia l’entità della stessa.
L’agevolazione è riconosciuta nei limiti massimi privati dalla normativa europea.
In particolare, il credito d’imposta sostiene l’acquisizione di beni strumentali fino al 31 dicembre 2020.
Con la Legge di bilancio 2021 è prevista la proroga per lo stesso anno.
Risultano agevolabili gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature varie relativi:
- alla creazione di un nuovo stabilimento,
- all’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente,
- alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente e a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente, ovvero,
- per le grandi imprese localizzate nelle aree di cui all’art. 107, par. 3, lett. c), del TFUE, quelli a favore di una nuova attività economica (cfr. articolo 2, punto 49 e 51, articolo 2, del regolamento citato).
Chiarimenti specifici sul credito d’imposta sono contenuti nella circolari n° 34/E 2016 e n°12/E 2017.
Quanto spetta?
L’agevolazione opera nella misura massima del:
- 45% per le piccole imprese (costi ammissibili 3 mln),
- del 35% per le medie (10 mln) e
- del 35% per le grandi (15 mln).
Al contrario, il credito opera nella misura del 30, 20 e 10% rispettivamente per le piccole, medie e grandi imprese situate nelle regioni di Abruzzo e Molise.
Detto ciò, nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016 il Credito è attribuito nella misura del 25% per le grandi imprese, del 35% per le medie imprese e del 45% per le piccole imprese.
La rideterminazione del credito d’imposta
Il comma 105 della Legge sopra citata prevede specifici casi di rideterminazione del credito d’imposta.
In particolare, si deve provvedere al suo ricalcolo, laddove, i beni oggetto dell’agevolazione:
-
non entrano in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione o ultimazione;
- sono dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa ovvero
- sono destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale gli stessi sono entrati in funzione.
Attenzione, per i beni acquisiti in leasing, la rideterminazione dell’agevolazione ha effetto anche qualora non venga esercitato il diritto di riscatto entro il periodo di vigilanza.
Ad ogni modo, le previsioni di rideterminazione hanno l’obiettivo di limitare eventuali comportamento elusivi volto alla immissione temporanea dei cespiti nel patrimonio aziendale al solo fine di ottenere il beneficio fiscale (si veda la circolare 5/e 2015 su un credito d’imposta analogo).
Per effetto della rideterminazione:il credito d’imposta è computato, per ciascun periodo d’imposta di maturazione, escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni interessati dalla rideterminazione.
- senza applicazione di sanzioni,
- entro il termine per il versamento a saldo dell’imposta sui redditi dovuta per il periodo d’imposta in cui si verificano le descritte ipotesi di rideterminazione (cfr. Circolare 34/E del 3 agosto 2016, par. 8).
Bonus sud: se i beni vengono rubati
E’ lecito chiedersi se l’eventuale furto dei beni per i quali si beneficia del credito d’imposta comporti la rideterminazione dell’agevolazione.
Ebbene in aiuto ci vengono alcuni chiarimenti dati dall’Agenzia delle entrate con la circolare n° 5/E 2015 e con la risoluzione n° 180/E del 2003.
Risoluzione emanata in relazione all’Agevolazione c.d. “Tremonti-bis” di cui all’articolo 4 della legge 18 ottobre 2001, n. 383. Agevolazione per la quale erano previste specifiche cause di rideterminazione.
In tale sede, proprio in relazione ad un caso di furto dei beni per i quali si era beneficiato dell’agevolazione, l’Agenzia aveva chiarito che
nel caso prospettato dal contribuente, comprovato dalla denuncia di furto alle autorità competenti, la fuoriuscita del bene dal regime di impresa, proprio perché indipendente dalla volontà (elusiva) del beneficiario, non comporta l’applicazione della norma di cui all’articolo 4, comma 6, della citata legge n. 383.
Noi di InvestireOggi riteniamo che tale indicazione di favore vale anche per il bonus investimenti al sud laddove i beni agevolati o parte di essi siano rubati.
Pertanto non si deve procedere alla rideterminazione del bonus sud laddove i beni per i qual si sta usufruendo dell’agevolazione siano stati rubati. Come da denuncia di furto alle autorità competenti.