Bonus vacanza: tre cose da sapere sugli alberghi. Il turismo continuerà a fare acqua?

Bonus vacanza non basta: tre cose che gli albergatori dovrebbero considerare. Il turismo continua a fare acqua?
4 anni fa
1 minuto di lettura

Il bonus vacanza da spendere negli alberghi potrebbe fare acqua. Di seguito tre punti su cui riflettere.

Bonus vacanza: quanto può aiutare il turismo?

Parliamo di un settore, quello turistico, che vale il 113% del Pil italiano. Da soli gli alberghi generano un business che vale 21 miliardi di euro ogni anno. Alcune stime allarmanti temono che quest’anno se ne perderanno 17. Dunque la necessità di intervenire a tamponare i danni appare urgente. Ma, se lo si fa, occorre considerare l’albergo nell’insieme di quello che gli gira intorno.

Di seguito alcune perplessità messe in luce dagli albergatori, a partire proprio dal bonus vacanza così come pensato.

1.II bonus vacanze da 500 euro prevede che l’80% sia anticipato dall’albergatore (si spera con compensazione immediata tramite F24 mensile altrimenti si aprirebbe un altro capitolo). Una percentuale che copre appena il 10 per cento del fatturato alberghiero. Pochissimo. Rischia peraltro di essere un flop se, come previsto da Confcommercio, 4 famiglie italiane su 5 quest’anno probabilmente rinunceranno alle vacanze;

Leggi anche:

Bonus vacanza: l’aumento dei prezzi rischia di annullarlo?

2. Qualche notizia incoraggiante in più arriva sul fronte cassa integrazione. Gli albergatori, usufruendo dell’estensione della cassa integrazione, potranno utilizzarla approssimativamente fino alla fine di luglio. Molti di loro l’hanno già anticipata, ma difficilmente riusciranno a farlo ancora per lungo tempo;

3. Da ultimo gli albergatori si soffermano sulla patrimoniale sugli immobili (IMU) che, così concepita, creerebbe una discrepanza tra albergatori che sono anche proprietari delle mura e quelli che invece sono in affitto. Per questi ultimi, infatti, la situazione potrebbe essere notevolmente più complessa: è vero che tutti potranno usufruire di uno sconto del 60 per cento sui canoni di locazione per i tre mesi di lockdown, ma innegabilmente far quadrare i conti potrebbe essere difficile. Non si può negare quello che sta accadendo: c’è chi, non sono pochi, non pensa neppure di riaprire e chi sta valutando di vendere l’attività.

Vale per gli hotel così come per la ristorazione: basta farsi un giro e vedere i cartelli per rendersene conto.

Chiudiamo con un’osservazione che riguarda il timore che albergatori, ma anche gestori di ristoranti etc, hanno espresso sulla responsabilità da contagio dei dipendenti: se uno di loro si ammala si rischia la denuncia penale?

Vediamo quale sarà la disponibilità del governo a risolvere tutte queste questioni aperte.

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Fine Naspi da maggio in poi: quale possibilità di sussidio?

Articolo seguente

BTp Italia maggio 2025: dati prima giornata e perché dobbiamo tifare per il successo