Bonus vacanze, tra aumento dei prezzi e ‘truffe’: fallimento annunciato?

Continua l'insuccesso del bonus vacanze: ora si segnalano anche prezzi alti e truffe messe in atto dai clienti in accordo con le strutture.
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4 anni fa
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paesi che pagano se li visiti

Il bonus vacanza sembra non voler decollare e anche se secondo Federalberghi è tutta una questione di tempo per dar modo agli albergatori di gestire la procedura, ad oggi sono il 46% le strutture che accettano il buono, questo in base ad una ricerca di Federconsumatori che ha sottolineato come “Le famiglie a causa della crisi post Covid saranno costrette a rinunciare alle vacanze. E ciò creerà enormi danni all’intero comparto del turismo”.

Il bonus vacanza per ora non ha avuto molto successo

Ad oggi il numero di strutture che accetta il bonus vacanza non è alto, molti hotel, B&B o agriturismi stanno decidendo se farlo oppure no e come avevamo visto in un precedente articolo, l’unico modo per trovare una struttura che lo accetta è chiedere direttamente di persona durante la ricerca dell’alloggio.

Per rendere più agevole il procedimento, Federalberghi ha stipulato un protocollo con l’Abi in modo che gli albergatori possano ricevere in tempi brevi il rimborso e ha chiesto anche l’estensione per i portali dei viaggi online, visto che molti italiani usano proprio questi siti per prenotare (Booking, Airbnb, Expedia e via dicendo). 

Dalla truffa “fifty-fifty” al rialzo dei prezzi

Ci sono poi altri punti da considerare: molti utenti che hanno chiesto il bonus vacanze hanno segnalato che varie strutture impongono dei limiti di spesa oppure non accettano il bonus per soggiorni brevi. 

Alle associazioni dei consumatori sono addirittura giunte segnalazioni su tentativi di truffa da parte di strutture in accordo con finti clienti, che hanno cercato di convincere gli hotel a fare una sorta di “fifty-fifty” con il bonus. Altrettanti hotel hanno anche alzato i prezzi una volta saputo che il cliente era in possesso del bonus. 

Molte segnalazioni sono giunte all’Unione per la Difesa dei Consumatori dell’Emilia Romagna e hanno come oggetto il prezzo rialzato da parte delle strutture, che una volta saputo che l’utente vuole usare il bonus rimodulano il preventivo con un prezzo più alto.

Nella pratica, il cliente chiama per farsi preparare un preventivo, in seguito, una volta che la struttura ha saputo che il cliente possiede il bonus vacanza, magicamente il preventivo cambia e lievita. Ovviamente le strutture non sono obbligate ad accettare il bonus, quindi l’associazione fa notare che il comportamento di alcune che mettono in pratica questo sistema è scorretto, senza contare che in linea generale i prezzi sono anche aumentati rispetto allo scorso anno. 

Ci sono poi anche comportamenti scorretti da parte dei consumatori. Segnalazioni in merito sono giunte all’Abbac e riguardano alcuni tentativi di truffa “fifty-fifty” in cui il consumatore chiede alla struttura di dividere il bonus senza soggiornare, insomma fingere di soggiornare in un determinato albergo per dividere il bonus, che ricordiamo è di massimo 500 euro per famiglie di almeno 3 persone.

 

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