Prezzi in rialzo nella seduta odierna per i bond sovrani dell’Egitto. Il mercato ha accolto positivamente la visita nelle scorse ore del principe saudita Mohammed bin Salman sulle attese che possa preludere a nuovi investimenti del regno nell’economia nordafricana. Di recente, il primo ministro egiziano aveva dichiarato che, al di là dei prestiti forniti da Riad alla banca centrale del suo paese, la monarchia avrebbe investito altri 5 miliardi di dollari. Probabile che il principe si sia mostrato particolarmente interessato al potenziamento di un paio di siti turistici nel Mar Rosso e nel sud del Sinai.
Svolta a marzo dopo accordo con Dubai
I capitali stranieri hanno salvato proprio all’inizio dell’anno l’Egitto da un default considerato altrimenti probabile. Gli Emirati Arabi Uniti hanno offerto ben 35 miliardi per potenziare l’area turistica in cui sorge la città di Alessandria. A seguire i creditori internazionali e bilaterali, come Fondo Monetario Internazionale (FMI) e Unione Europea, hanno fatto la loro parte. In tutto, 57 miliardi di dollari stanziati a favore del governo. Grazie a questa svolta, i bond dell’Egitto hanno registrato un boom spettacolare. La scadenza in dollari del 16 febbraio 2021 con cedola 7,50% (ISIN: XS2297221405) segna una crescita annuale del 54% a circa 72,60 centesimi. Chi un anno fa acquistò questo titolo, ha già incassato una maxi-cedola effettiva di circa il 6%. I guadagni complessivi sfiorano, quindi, il 70%.
Venendo alle scadenze più corte, il bond dell’Egitto dell’1 marzo 2029 con cedola 7,60% (ISIN: XS1953057061) è passato in un anno da 59 a 96 centesimi. Un rimbalzo del 62%, che si va a sommare a quasi il 13% di cedola effettiva lorda incassata per un rendimento totale del 75%. Da notare che il quinquennale in dollari offre ancora l’8,90% all’anno, offrendo un premio di oltre il 5% sul Treasury americano.
Rating “junk”, ma outlook in rialzo
Il rischio di credito rimane elevato. I rating assegnati dalle agenzie internazionali ai bond dell’Egitto sono bassi: B- per S&P e Fitch, Caa1 per Moody’s. Trattasi di giudizi “non investment grade”, che fanno de Il Cairo un emittente speculativo. Vero è, però, che dopo il maxi-accordo di marzo con Dubai, l’outlook è stato rivisto da tutte in positivo. Sono possibili upgrade nei prossimi mesi. Una delle riforme più attese dal mercato è stata varata proprio all’inizio dell’anno: la svalutazione del cambio di oltre il 35%. Adesso, il cambio ufficiale si è allineato a quello vigente sul mercato nero. Pur scesa dai massimi, però, l’inflazione anche per questo resta alta, al 26,4% nel mese di settembre.
Bond Egitto con appeal speculativo
E per l’anno fiscale in corso, che si chiude nel giugno del 2025, il deficit è stato fissato al 7,2% del Pil. Il debito scenderà all’8,26% da oltre il 90% per l’FMI. La situazione, tuttavia, è e resta critica. I bond dell’Egitto hanno un forte appeal speculativo, dato dal fatto che per la sua importanza geopolitica strategica nel Medio Oriente, né le istituzioni finanziarie internazionali, né i vicini nel Golfo Persico intendono abbandonare il paese al suo destino. Ciò non implica che le perdite non siano possibili. I CDS a 5 anni, che tutelano dal rischio di default, sono crollati da un apice di 2.000 punti nel maggio di un anno fa ai 580 punti attuali. Ciò corrisponde a una probabilità di evento creditizio avverso prossima al 10%.