Boom di trasmissione di invii telematici al fisco. La digitalizzazione dei servizi fiscali e l’introduzione della fatturazione elettronica hanno intasato i server e le linee telefoniche per la trasmissione dati. A partire dal 2017, con l’introduzione del 730 precompilato, l’invio dei documenti in formato elettronico all’Agenzia delle Entrate ha subito un netto incremento che è ulteriormente aumentato l’anno scorso per poi esplodere quest’anno.
“Al 6 ottobre scorso – Massimo Miani, presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – i documenti trasmessi telematicamente al fisco da contribuenti e intermediari sono stati 90,5 milioni: pur non considerando che quest’anno mancano ancora i modelli dichiarativi ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap, se il trend dei primi 9 mesi del 2019 si manterrà costante avremo che a fine anno i documenti trasmessi con modalità telematiche saranno circa 190 milioni, con un incremento di 7 milioni rispetto al 2018“.
Attesi 200 milioni di invii telematici fiscali
Se si raffronta il dato registrato finora quest’anno con quello relativo al 2014, in cui i documenti trasmessi erano stati 102,3 milioni, si può constatare che i documenti elettronici inviati al Fisco sono quasi raddoppiati negli ultimi cinque anni. Tenuto conto che, in tale statistica, non sono compresi i documenti inviati all’Agenzia delle Entrate tramite il Sistema di Interscambio (SdI), sul quale sono veicolate tutte le fatture emesse in formato elettronico, le comunicazioni IVA relative alle liquidazioni periodiche, le nuove comunicazioni dei dati delle fatture emesse e ricevute nei confronti degli operatori esteri, nonché i dati dei corrispettivi, che da luglio scorso ha interessato i soggetti con volume d’affari superiore a 400 mila euro, si può ben comprendere come sia giusto parlare di un vero e proprio boom, negli ultimi anni, degli invii telematici a carico dei contribuenti e dei loro intermediari.
Boom delle precompilate (mod. 730)
Aumenta anche il popolo delle dichiarazioni dei redditi precompilate, cioè dei contribuenti “fai da te”.