Azioni in crollo verticale per Credit Suisse, che oggi perdono il 60% e scendono intorno al prezzo di offerta di UBS per procedere alla fusione. Ma le obbligazioni della banca svizzera viaggiano in tutt’altra direzione. I titoli senior registrano un vero boom, che come vedremo non può riguardare il comparto dei CoCo Bond, azzerati a seguito dell’operazione. Le obbligazioni Credit Suisse in euro con scadenza 1 marzo 2029 con cedola 7,75% (ISIN: CH1214797172) si sono impennate da 72 a 96 centesimi, segnando un rialzo del 33,33%.
Il boom delle obbligazioni Credit Suisse non deve trarre eccessivamente in inganno. Esso è frutto del salvataggio di sistema, che sta avvenendo tramite maxi-iniezione di liquidità da parte delle autorità elvetiche. Alla banca saranno garantiti 100 miliardi di franchi, oltre a 9 miliardi destinati a coprire spese per cause legali, esuberi e possibili minusvalenze. Tuttavia, non dobbiamo dare per scontato lo scenario migliore. Ad esempio, tra le condizioni sospensive del closing poste da UBS ve n’è una che terrà anche nei prossimi giorni il mercato con il fiato sospeso: i CDS a 5 anni di UBS non dovranno salire di oltre 100 punti base (1%) rispetto ai livelli di venerdì scorso, cioè precedente all’annuncio.
Obbligazioni Credit Suisse più sicure oggi?
Basterà, quindi, che i CDS a 5 anni salgano a 224 punti base per vedere annullata la fusione. Non si tratterebbe neppure di livelli abnormi, essendo stati raggiunti già più volte dopo il 2008 tra crisi finanziaria mondiale e dei debiti sovrani. Si tratta di strumenti che proteggono le obbligazioni contro il rischio default, dietro il pagamento di un costo annuo. In pratica, le obbligazioni Credit Suisse si stanno apprezzando per il fatto che l’operazione garantirà un’ampia copertura delle scadenze grazie all’erogazione di abbondante liquidità da parte dello stato a favore di UBS.
Per non intaccare la sua elevatissima reputazione finanziaria, la Svizzera spenderà una barca di soldi per mettere in sicurezza Credit Suisse. Naturale che i bond s’impennino, sebbene la certezza che tutto andrà in porto come previsto non esista. Il brutto affare dei CoCo Bond invita alla prudenza. Certe regole che abbiamo dato per scontate, alla prova dei fatti non si sono rivelate tali. Le obbligazioni senior sembrano al riparo dal “bail-in”, ma da qui al closing non possiamo escludere che possa accadere qualcos’altro. Lo spettro della nazionalizzazione non è stato allontanato così definitivamente come crediamo. E con essa, quali condizioni sarebbero poste a carico degli investitori privati?