Lunedì nerissimo per le borse asiatiche, che per una questione di fuso orario anticipano la riapertura della settimana sui mercati finanziari nel mondo. Gli indici sono al collasso. Quello di Hang Seng a Hong Kong perde il 13% poco dopo le ore 8.00 di questa mattina, accelerando rispetto a pochi minuti prima. Male anche il Nikkei-225 a -6,90% in Giappone e sceso ai minimi da un anno e mezzo dopo che era riuscito a risalire ai massimi dagli anni Ottanta.
Panico sui dazi di Trump
Ancora una volta sono i dazi dell’amministrazione Trump a tenere banco. Nel fine settimana non si è smosso granché. Fino a ieri sembrava serpeggiare un po’ di ottimismo dopo che una cinquantina di stati, tra cui il Vietnam, avevano aperto al negoziato con gli Stati Uniti promettendo l’azzeramento dei dazi sulle importazioni di merci americane. Una prospettiva, che indebolirebbe teoricamente l’escalation commerciale e porterebbe a una serie di trattative per evitare la riduzione degli interscambi.
Risk-off sui mercati
Si era anche diffusa la voce che il segretario al Tesoro, Scott Bessent, fosse pronto a dimettersi per la sua contrarietà ai dazi imposti in maniera generalizzata dal governo di cui fa parte. Si percepiva persino la sensazione che la settimana sui mercati sarebbe potuta iniziare con un timido rimbalzo. Invece, il clima di risk-off ha travolto le borse asiatiche. Nel frattempo, il petrolio scivola ancora e il Brent tratta in questo momento ad una quotazione inferiore ai 64 dollari, in calo del 2,70% rispetto alla chiusura di venerdì scorso.
Non si scalda l’oro, che a 3.025 dollari l’oncia rimane ben sotto i massimi toccati la scorsa settimana sopra 3.160 dollari.
C’è una corsa all’acquisto di safe-asset, tra cui i Treasuries. Questi offrono adesso intorno al 3,90% per la scadenza a 10 anni. Erano sopra il 3,20% prima dell’annuncio sui dazi del presidente Donald Trump. Movimenti che lasciano supporre che il mercato si starebbe riparando dalle tensioni senza credere troppo al rischio di inflazione. Al contrario, starebbe intravedendo una discesa prossima dei prezzi al consumo, perlomeno all’infuori degli Stati Uniti.
Borse asiatiche pagando anche contro-dazi cinesi
Le borse asiatiche pagano anche la reazione della Cina, che a sua volta ha imposto sulle merci americane un dazio del 34%, rendendo a Washington pan per focaccia. Le prime due economie mondiali vanno alla guerra commerciale e l’Unione Europea aspetta di capire se e su cosa negoziare con l’America e quando eventualmente passare alla reazione con l’imposizione a sua volta di suoi dazi. Le prospettive per l’economia mondiale si fanno fosche. I commerci sono a rischio insieme a quel che restava della globalizzazione dopo Covid e guerra.
giuseppe.timpone@investireoggi.it