Rendimenti così generosi non si vedevano da molti anni sul mercato sovrano italiano. E se si stanno riducendo sul tratto medio-lungo della curva delle scadenze, non lo stesso si può ancora dire per il tratto medio-breve. Anzi, sta accadendo che i rendimenti offerti dai BoT a 12 mesi stiano continuando a salire, portandosi ai nuovi massimi da quasi 12 anni a questa parte. Bisogna tornare al drammatico autunno del 2011 per trovare rendimenti più alti. I Buoni ordinari del Tesoro della durata di un anno hanno scadenza in data 14 giugno 2024 (ISIN: IT0005549388).
I BoT a 12 mesi sono stati collocati sul mercato ad un prezzo di 96,434 centesimi, corrispondenti ad un rendimento del 3,637%. Sappiamo che questi titoli non offrono alcuna cedola. Il rendimento è dato solamente dalla differenza tra prezzo di rimborso e prezzo di acquisto. Nella seduta di ieri, questi stessi titoli sul mercato secondario quotavano esattamente quanto all’atto della loro emissione. Solo che il rendimento risultava lievitato in area 3,75%. Com’è possibile che il prezzo resti uguale e il rendimento salga? Per il semplice trascorrere del tempo. Questo bond ha una settimana di vita in meno da qui alla scadenza, per cui il prezzo costante finisce per aumentare il rendimento annualizzato che l’obbligazionista percepisce acquistandolo.
Rendimento BoT 12 mesi sotto inflazione
Investire in BoT a 12 mesi oggi significa impiegare la liquidità nell’attesa magari di acquistare nel medio termine altri asset. In appena una settimana, i contratti che hanno avuto ad oggetto questi titoli sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana sono stati oltre 4.000 per un controvalore di 167 milioni di euro. Il titolo risulta essere molto liquido, sebbene gli scambi riguardino perlopiù gli investitori istituzionali. Sono le banche ad essere principalmente interessate per ragioni regolamentari e legate alla gestione della liquidità a detenere i titoli di stato a breve termine.
Ciò non toglie, comunque, che le famiglie possano impiegare parte dei loro risparmi in un BoT a 12 mesi. E ciò capita soprattutto tra coloro che non possono privarsi a lungo della liquidità o che desiderino tenersi sostanzialmente liquidi per approfittare delle opportunità d’investimento che si presentino loro davanti nel prossimo futuro. A questi rendimenti, per quanto elevati sul piano storico, non vi sarebbe la copertura dell’inflazione. Essa è attesa in Italia intorno al 5% quest’anno, pur in forte rallentamento nel 2024. Considerate anche che, al netto dell’imposizione fiscale, il rendimento scenderebbe sotto il 3,30%. E lo 0,20% se ne va ancora per l’imposta di bollo sul conto titoli. In sostanza, il rendimento netto non andrebbe oltre il 3,10%.