Il Bot annuale lancia un segnale ai risparmiatori: accorrete, la pacchia sta finendo!

Il Bot annuale in asta questo venerdì ha lanciato un segnale chiaro al popolo dei risparmiatori. La pacchia sta finendo.
2 mesi fa
1 minuto di lettura
BoT a 12 mesi sopra 3%

Parafrasando un celeberrimo brano di Righeira di quasi 40 anni fa e che si addice a questo periodo, “la pacchia sta finendo”. Per chi? Per il popolo dei risparmiatori. Il segnale – a dire il vero, non il primo – è arrivato dall’asta di venerdì del Tesoro per l’emissione del Bot annuale. Sono stati raccolti 7,5 miliardi di euro, a fronte dei quali gli ordini degli investitori sono stati per 11,4 miliardi. Il rapporto di copertura è salito da 1,37 di luglio a 1,52. Grazie alle elevate richieste, il prezzo di aggiudicazione è stato fissato a 96,941 centesimi e il rendimento lordo esitato è crollato al 3,112%.

Era stato al 3,483% all’asta di metà luglio.

Rendimenti in calo, attesa per taglio tassi BCE

L’alta domanda, c’è da dire, è stata trainata da un Bot annuale in scadenza per 10 miliardi. In pratica, è bastato che la gran parte degli obbligazionisti rinnovasse l’investimento per garantire una domanda più che sufficiente. Ad ogni modo, il trend è stato chiaro: i rendimenti a breve stanno cedendo sull’atteso taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Già a giugno l’istituto aveva tagliato il costo del denaro dello 0,25%. Dovrebbe annunciare il bis a settembre.

Il calo dei rendimenti è una buona notizia per il Tesoro, non certo per chi investe. Ad esempio, sui 7,5 miliardi raccolti questa settimana con il Bot annuale il risparmio in favore dello stato sfiora i 28 milioni lordi in termini di minore spesa per interessi. Chiaramente, trattasi di minori guadagni per i detentori dei capitali. Questa tendenza si consoliderà nei prossimi mesi, man mano che i tassi BCE scenderanno sul serio e probabilmente anche più di quanto non facciano intravedere le previsioni dello stesso mercato.

Bot annuale ancora appetibile

D’altra parte, fino a un paio di anni fa le aste per l’emissione del Bot annuale neanche le prendevamo in considerazione.

I rendimenti erano negativi e sono diventati appetibili solamente di recente. A questi livelli, continuano a tenere testa ai tassi di interesse offerti dalle banche sui conti deposito, specie per via della minore tassazione. E l’inflazione italiana è scesa quest’anno intorno all’1%, livello a cui è attesa anche nei prossimi anni. Ciò consente ancora al mercato di puntare sulle scadenze brevi del Tesoro riuscendo a tutelare il potere di acquisto del capitale investito.

[email protected] 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

contratto di affitto e deposito cauzionale
Articolo precedente

Affitti e contratto: il deposito cauzionale genera interessi, il proprietario è tenuto a rimborsare l’inquilino?

avvisi bonari agenzia entrate
Articolo seguente

Avvisi bonari, come si applicano le novità dal 2025