C’erano da raccogliere altri 7 miliardi di euro oggi dopo i 5,25 miliardi rastrellati dal Tesoro con l’asta di ieri. E la domanda è stata tonica, pari a 10,5 miliardi e per un rapporto di copertura di 1,50. In offerta c’era stamane il nuovo Bot semestrale (ISIN: IT0005614182) con scadenza in data 31 marzo 2025. L’esito è stato abbastanza positivo per l’emittente, cioè lo stato italiano. Il prezzo di aggiudicazione di 95,451 centesimi ha determinato la discesa del rendimento lordo su base annuale al 3,112%.
Rendimento in calo con taglio dei tassi BCE
Al netto della trattenuta fiscale del 12,50%, il rendimento annualizzato si rivela essere del 2,524%. Siamo lontani dai picchi toccati dal Bot semestrale un anno fa. Nell’ottobre del 2023, infatti, il rendimento lordo arrivò a superare il 4%. Da lì in avanti vi è stato un declino praticamente costante e che riflette i cambiamenti in atto della politica monetaria. La Banca Centrale Europea (BCE) ha già tagliato i tassi di interesse due volte per lo 0,50% in tutto. E anche a fine ottobre dovrebbe proseguire con l’allentamento, a causa del rallentamento economico nell’Area Euro e il contestuale calo dell’inflazione verso il target del 2%.
I risparmiatori sono avvertiti. La possibilità di parcheggiare la liquidità in banca presso un conto deposito e ottenere tassi ben sopra il 3% con un vincolo di 12 mesi o più sta venendo meno. Man mano che i rendimenti del Tesoro si abbassano, anche le banche diverranno meno generose. La concorrenza ai loro prodotti si fa meno temibile. Il meglio per il mercato è stato verso la fine dello scorso anno, quando i tassi iniziarono a salire anche sulle giacenze vincolate per evitare la fuga dei clienti in favore dei titoli di stato.
Bot semestrale con più appeal relativo
Il Bot semestrale risente direttamente della politica monetaria, anche se il suo appeal in relazione al tratto più lungo della curva tende a crescere.