Possiamo educare gli studenti all’imprenditorialità in modo nuovo a partire fin da subito, nelle scuole italiane. Generare idee innovative e più sostenibili per il nostro pianeta sarà indispensabile per il futuro del nostro paese.
Un futuro più inclusivo e sostenibile, si intravede all’orizzonte grazie ai ragazzi della generazione Alpha e Z (nati dal 2022 fino al 1997). Secondo lo studio “Tecnologica, inclusiva e green: benvenuta Generazione Alpha!”, condotto da BNP Paribas Cardif e Friendz, Tech & Social company, le nuove generazioni sono più green, smart e attente alla relazione con il prossimo.
Grazie alle risorse intellettuali, tecnologiche e umane di cui dispongono le nuove generazioni abbiamo, infatti, la possibilità di ripartire e cogliere le sfide che il nostro tempo impone, comprese il generare nuove idee di impresa e nuove opportunità di lavoro, in ottica sostenibile.
Abbiamo parlato di imprenditorialità e scuola con Monica Passini, Marianna Savoini e Silvana Macrì, rappresentanti di Business Voices Italia Piemonte.
Business Voices è un movimento no profit nato da BNI Italia, una rete di professionisti e imprenditori basata su una filosofia molto solida di business gave che conta più 11.000 membri nel nostro Paese
Gli imprenditori e i professionisti di Business Voices “adottano le scuole” di ogni ordine e grado e portano il fare impresa in classe (tramite l’esperienza di più professionisti) per dialogare con le menti che in futuro costituiranno la nostra società ed economia.
Come educare i ragazzi all’imprenditorialità
Monica Passini, imprenditrice ed executive director BNI oltre che forte sostenitrice del progetto Business Voices spiega: ” Per i giovani studenti italiani il 2023 è l’anno di un nuovo inizio: si apre, infatti, un tempo in cui possono tornare protagonisti, dopo aver trattenuto il respiro durante gli anni del Covid-19 e subito restrizioni in diversi ambiti della loro vita.
Ora che il conflitto russo-ucraino getta il nostro Paese in uno stato di perenne incertezza economica (e ideologica-culturale), vogliamo donare loro una nuova visione del mondo del lavoro e nuove possibilità oltre che un ambiente lavorativo, sociale e culturale migliore, dove possono fiorire nel senso più ampio.
I ragazzi devono trovare un ambiente protetto e potenziante, di fervore imprenditoriale, in cui superare quei limiti culturali e sociali limitanti che affliggono molto spesso il nostro Paese.
Per questo nasce Business Voices anche in Italia: un movimento di imprenditori locali, presente in tutto il Paese, creato senza scopo di lucro.
Business Voice Italia: dar voce a nuove idee imprenditoriali
Solo in Piemonte siamo 670 membri molto presenti e attivi. Dal 2016 abbiamo creato in Italia 500 progetti, la metà dei quali nella parte sud del Piemonte e nemmeno il Covid ci ha fermati.
BNI ha creato Business Voices un progetto no-profit orientato al servizio e alla restituzione del sapere imprenditoriale verso le comunità locali nelle quali operano i gruppi di lavoro BNI. Ci ispiriamo a Elisabeth Misner, moglie del fondatore di BNI Ivan Misner (definito dal New York Times il padre del networking moderno) per dare supporto alle scuole locali e ai bambini.
Vogliamo che i ragazzi si trovino in un ambiente capace di farli crescere come professionisti e come individui. Desideriamo creare un contesto che potenzi le loro caratteristiche, all’interno del quale trovare tutto ciò che serve per realizzare i loro progetti e sogni: per sé stessi, per le proprie famiglie e per i territori in cui vivono e a cui sono spontaneamente legati.
Siamo tutti immersi in un ecosistema, anche in termini aziendali: questo significa che ogni cosa fatta, ogni scelta presa, impatta anche sugli altri. Infatti, cerchiamo di far nascere tutto questo dal superamento della competizione a favore della collaborazione.
Fare azienda, dunque, significa avere una grande responsabilità collettiva e sociale: se crediamo aziende sane, creiamo una cultura aziendale più sana; se creiamo una cultura aziendale collaborativa, anche la società ne potrà giovare.
Desideriamo una cultura imprenditoriale e lavorativa nuova che dia modo di creare un sistema che permetta a tutti di crescere e di imparare a guardare oltre se stessi”.
Imprenditorialità del futuro
Passini aggiunge “Vogliamo crescere i futuri imprenditori e professionisti fornendo loro opportunità concrete. Per questo siamo presenti nelle scuole: i bambini e i ragazzi di oggi sono gli uomini e le donne che un domani costituiranno la nostra economia.
A tal proposito, ogni gruppo di imprenditori che fa parte di BNI ha la possibilità di adottare una scuola, creare relazioni e portare un contributo a scopo totalmente gratuito.
In questo modo, i professionisti affiancano i giovani studenti di oggi per affrontare le sfide di domani e superare i limiti e le contraddizioni dell’attuale mondo del lavoro e, più in generale, della nostra società.
Diamo supporto alle scuole nelle forme più diverse: organizziamo laboratori, doniamo materiale utile, organizziamo giornate di orientamento, supportiamo attività sportive e forniamo gratuitamente servizi professionali e medici”.
Creare nuovo lavoro e nuove imprese
Passini continua poi dicendo:”Un’altro nodo per noi importante da sciogliere è la creazione del lavoro: crearlo, quindi, non cercarlo.”
I numeri le danno ragione: i dati ISTAT 2022 confermano che nel nostro Paese le opportunità occupazionali si sono notevolmente ridotte nel corso degli anni e sono decisamente più basse di quelle europee.
Il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni di età si è contratto in oltre quindici anni, passando dal 25.7% nel 2005 al 16.8% nel 2020 ( e dal 74.5% nel 2005 al 66.9% nel 2020 nella fascia di età tra i 30 ei 34 anni). Oltretutto, è ancora molto forte l’abbandono scolastico e il raggiungimento del solo titolo terziario
È ora più che mai indispensabile essere guida di queste nuove generazioni che devono trovare il loro posto nel mondo e che un giorno diventeranno i protagonisti della nostra economia e della nostra società, creando nuove opportunità lavorative o nuove figure professionali.
“Abbiamo bisogno di persone che il lavoro lo inventino, in altre parole di nuovi imprenditori. Dobbiamo valorizzare i talenti andando oltre i pregiudizi sul fare impresa e sulla libera professione presenti in Italia.
Nelle scuole, deve passare il concetto fondamentale che fare business non è questione di fortuna o di nepotismo ma è la conseguenza di relazioni che si creano”, prosegue Passini.
Educare sì, ma con esempi concreti sull’imprenditorialità
Infine, Passini dice: “Durante i nostri incontri tendiamo a valorizzare quelle figure professionali che normalmente non sono considerate dai ragazzi aumentando la loro consapevolezza e capacità di inserimento lavorativo.
Il nostro approccio resta, di base, completamente diverso rispetto a quello della scuola tradizionale. I nostri incontri in classe mostrano il dietro le quinte dell’attività imprenditoriale, basate su esempi concreti e spaccati di vita reale. Ma non solo le nostre esperienze personali: portiamo in classe anche campioni di fama mondiale come Daniele Cassioli.
Cassioli è uno sciatore nautico e dirigente sportivo italiano, non vedente dalla nascita. Ha conquistato 25 titoli mondiali, 27 titoli europei e 41 titoli italiani. E’ molto richiesto nelle scuole e colpisce sempre i ragazzi.
Le esperienze impattanti che proponiamo sono pensate per portare la realtà degli adulti nelle scuole, con un registro linguistico e un’attenzione alla loro visione delle cose e realtà che cambia dalle elementari agli studenti del liceo”.
Creare il giusto cv: un esempio di mentoring e creatività
Marianna Savoini, life coach e responsabile clienti presso Generali Italia, attuale presidente del capitolo BNI Albatross di Vercelli (Piemonte), aggiunge: “Dopo il Covid volevamo metterci in gioco ed essere utili per i ragazzi. E per le scuole.
Già l’anno scorso, nel 2022, abbiamo collaborato con il liceo artistico Alciati di Vercelli che si è mostrato disponibile a instaurare una progettualità condivisa con noi. La collaborazione sta proseguendo anche nel 2023.
Molti ragazzi in età scolare vogliono lavorare ma non sanno che cosa fare di preciso: per comprendere come sfruttare appieno le loro potenzialità abbiamo chiesto loro di realizzare un cv creativo, non solo nella forma ma nel contenuto.
Il cv creativo aiuta a far emergere le soft skills e le competenze su cui i giovani possono puntare e ancora da potenziare. Ma non solo.
Utilizzando le nostre competenze, abbiamo creato delle sessioni di coaching e orientamento e abbiamo fatto emergere le loro competenze che vanno ben al di là delle esperienze formative apprese. Li abbiamo guidati, attraverso esercizi, giochi, esempi per trasformare in realtà le loro attitudini e indirizzarli verso un percorso professionale più definito”.
Orientamento e mentoring
Silvana Macrì, oltre a essere brand e visual designer, è coordinatrice del progetto di Business Voices di Vercelli assieme a Savoini e spiega:
“Stiamo facendo i primi passi avanti verso l’inserimento dell’orientamento e del mentoring nelle scuole.
E’ il metodo più semplice, facile e di grande efficacia per indicare agli studenti delle scuole la via più giusta da seguire per realizzarsi attraverso l’attività professionale che desiderano o quella più indicata in base ai loro talenti.
Per quanto riguarda i progetti e gli esercizi pratici che abbiamo ideato, il cv creativo pone il focus su cosa i ragazzi vogliono comunicare di loro stessi e cosa intendono portare in superficie. In poche parole, cosa vogliono dare di loro stessi al mondo e come intendono realizzarlo nel mondo. Per farlo, hanno dovuto compiere un’analisi di chi sono, delle loro competenze e dei loro talenti.
Capire che percorso professionale scegliere pone in continua evoluzione gli studenti. I ragazzi non devono subire le frustrazioni di questo momento di incertezza economica ma autodeterminarsi e vedere nuove occasioni di crescita e opportunità implementando le loro competenze trasversali.
I giovani dovranno orientarsi e riorientarsi più volte nella vita, non solo in questo momento di passaggio specifico o in questo difficile periodo socio economico”.