Botta e risposta con giovane imprenditore vitivinicolo-La verità, vi diciamo sul mercato del vino

Intervista sul mercato del vino italiano a Gianmarco Viano, unico imprenditore del vino italiano presente nella prestigiosa lista dei The World’s 50 Best e il Basque Culinary Center, presidente dell'associazione piemontese Giovani Vignaioli Canavesani che si occupa di tutta la filiera produttiva del vino.
2 anni fa
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Mercato del vino
Mercato del vino

Il mercato del vino genera un’economia da oltre 30 miliardi di euro l’anno In Italia. Dai rossi classici come il Barolo e il Chianti agli spumanti come il Prosecco e l’Asti Spumante, l’Italia è famosa per la qualità e varietà dei suoi prodotti vitivinicoli.

Dati alla mano, da nord a sud, il nostro Paese produce alcuni dei vini più rinomati e apprezzati al mondo, seconda solo alla Francia come riporta l’Osservatorio Uiv-Vinitaly.

Lo stesso report afferma che nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante (24% volume sul totale export), di cui 3,7 milioni di Prosecco (+6%) e 461.000 di Asti (+9%).

I mercati più importanti: UK, USA, Francia, Russia, Belgio e Austria.

Le regioni in cui si assiste ad un boom di investimenti sono il Veneto primo in classifica per l’alto valore medio a ettaro associato all’estensione del vigneto; Piemonte; Toscana e Trentino-Alto Adige. Negli ultimi anni, nuove varietà meno note si stanno imponendo sulla scena del mercato del vino, tra cui il Nebbiolo di Carema e il DOCG di Caluso, o Erbaluce di Caluso, entrambi vini piemontesi.

Abbiamo raccolto una testimonianza di Gianmarco Viano, presidente dell’associazione Giovani Vignaioli Canavesani del Piemonte. Classe 1986, originario di Aosta, vive in provincia di Torino, nell’ex città di Olivetti, Ivrea. Viano è l’unico imprenditore del vino italiano presente nella prestigiosa lista dei The World’s 50 Best e il Basque Culinary Center, classifica che seleziona quali saranno i giovani ad avere maggiore impatto per il futuro dell’economia a livello mondiale. 

La nuova tendenza imprenditoriale del mercato del vino

Il mercato del vino è costituito dal 54% da coltivazioni di uva dal 29,5% da aziende vinicole e coltivazioni di uva, dal 3,4% dalla produzione vera e propria e dal 12% da enoteche. Di quel 30% circa in Italia, 55.000 sono giovani agricoltori che hanno raccolto la sfida di produrre vino in proprio oppure guadagnarsi da vivere tramite il lavoro nei campi oppure gestendo gli allevamenti.

Infatti, in piena pandemia, il settore agricolo è stato l’unico che ha visto crescere (+8%) le imprese degli under 35, che uniscono la terra alle nuove tecnologie. Lo rivela l’ultimo rapporto Coldiretti e Divulga, risalente all’anno scorso.

Viano conferma le statiche: “Siamo nati nel 2020 con lo scopo di sostenere aiutare le nuove imprese vitivinicole del nostro territorio. Da allora, il numero delle aziende che ha voluto alla nostra associaizone Giovani Vignaioli, è aumento perchè sono aumentati anche i giovani che vogliono svolgere questo mestiere.

Siamo tutti under39 siamo tutti quanti con un’azienda vitivinicola aperta, produciamo vini e vini canavesani magari meno noti ma non per questo poco venduti e riconosciuti, in particolare all’estero” .

Uniamo 3 parti della nostra filiera: coltivazione dell’uva, produzione del vino e vendita che è anche requisito per far parte della nostra associazione. In particolare, promuoviamo la sinergia tra chi è giovane, è artigiano e utilizza un metodo di viticultura a basso impatto ambientale”

Mercato del vino: un mestiere per giovani

“I giovani viticoltori in Italia stanno creando etichette uniche che catturano l’essenza del nostro territorio. Usano metodi tradizionali, come l’invecchiamento dei vini in botti di rovere o l’utilizzo di lievito naturale per la fermentazione, per creare etichette nuove e pregiate.

Questi giovani sono appassionati del loro mestiere e si sforzano di creare qualcosa di speciale che possa essere apprezzato dagli intenditori di vino, non solo d’Italia ma di tutto il mondo. Il loro entusiasmo e la loro dedizione alla loro professione sono stimolanti e aiutano a preservare la nostra cultura enologica italiana. Intraprendendo questa professione, i vini italiani potranno sopravvivere anche nel corso del tempo”.

L’unione fa la forza: come sopravvie il mercato del vino tra promozione e associazionismo

“Uno dei primi obiettivi che ci siamo posti di fare incontri professionali, tra gli operatori del settore, sia il nostro sia quello Horeca, a noi legato Oggi, come oggi, solo produrre vino non è sufficiente per inserirsi sul mercato.

La nostra associazione nasce sia come punto di ritrovo sia come punto di partenza: vuole creare sinergie tra professionisti e anche spunti di riflessione per le vendite, oltre che promuovere la consapevolezza delle eccellenze del territorio.

Tra le tante iniziative prese abbiamo creato un nostro catalogo per la vendita e molti eventi di promozione offline. Il 13 marzo è avvenuta la presentazione del nuovo catalogo di prodotti con i membri dell’associazione e gli operatori del settore Horeca. al castello di proprietà del FAI di Masino (TO), sede anche di un altro progetto di banca dei nostri vini inaugurata l’anno scorso. 

Abbiamo scelto le cantine storiche del castello per staccare 12 bottiglie di nostri vini e organizzare degustazioni per i visitatori del castello. All’evento ha partecipato un ospite molto importante del mondo del vino e dell’export in America e in Cina, Ian d’Agata.

Siamo, poi approdati a uno dei più importanti eventi del nostro settore, Vinitaly e organizzeremo di nuovo, Rewine il 20 e il 21 maggio all’auditorium delle Officine H di Ivrea (TO) per far conoscere le varietà di vini piemontesi e dell’alto Piemonte ad un pubblico più numeroso possibile. Si parlerà di Nebbiolo di Carema, tra le tante varietà di vino proposte”.

Nebbiolo di Carema

Per chi non lo conoscesse, il Nebbiolo di Carema è una tipologia di vino italiano che sta guadagnando popolarità in America. È prodotto nella regione Piemonte, in particolare nella zona del Canavese e ha un sapore e un colore unici che lo distinguono dagli altri tipi di vini.

La produzione del Nebbiolo di Carema prevede la raccolta delle uve al massimo della loro maturazione, seguita da un invecchiamento minimo di tre anni, di cui 18 mesi in botti di rovere (per quel che riguarda la così detta denominazione Carema Riserva (etichetta bianca).

Il Carema etichetta nera, ha un invecchiamento minino di due anni, di cui 12 mesi in botti di rovere.

Questo processo conferisce al vino il suo gusto e aroma distintivi, caratterizzati da note di ciliegia, petali di rosa e spezie terrose. Il colore di questo vino va dal rosso rubino al marrone aranciato, dovuto al lungo processo di invecchiamento.

Il Nebbiolo di Carema è un’ottima scelta per chi vuole vivere un’esperienza di degustazione unica senza spendere troppo per costose bottiglie. Si abbina a vari piatti come primi piatti, secondi di carne e formaggi stagionati.

La ripresa del mercato del vino post pandemia

Viano parla poi, della ripresa del mercato del vino: “Dal punto di vista climatico, il 2022 è stata la stagione più calda in assoluto e ha dato forza ai nostri vini. Per noi è stato grande annata, dal punto di vista commerciale. Abbiamo visto un risveglio del settore Horeca e catering. Abbiamo ripreso, in maniera più decisa rispetto alla pandemia, la vendita di vino e inaspettatamente anche l’export all’estero ha avuto una bella impennata.

Gli indici che ci fanno ben sperare sono i prezzi dei vini, aumentati in media nel 2022, con una linea più alta rispetto a quella dell’inflazione.

Si tratta di un segno positivo che denota la consapevolezza del prodotto da parte dei produttori. Quest’anno è aumentato il numero di aziende che sono aperte e anche i prezzi dei vigneti a metro quadro, che sono sempre stati stagnanti. Significa, di conseguenza, un aumento della domanda del prodotto.”

Nuove opportunità di inserirsi nel mercato del vino

Per concludere, chi sta cercando un’opportunità per aprire una piccola impresa, il vino italiano è sicuramente da considerare come settore in cui emergere. Molti gli attori economici possono trarre beneficio da questo settore. Li possiamo riassumere come segue:

  • gli imprenditori che desiderano entrare in questo business, grazie ai diversi tipi di uva disponibili e così tante Regioni produttrici di grandi vini, in particolare nel settore dell’import export;
  • chi desidera investire sulle nuove varietà di vini;
  • infine, il lavoro agricolo offre possibilità concrete di trovare un primo impiego per i giovani NEET.
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