Mercati sfiduciati, ma guardano con speranza all’impeachment
Non sarà facile convincere gli investitori di tornare a puntare sul Brasile, anche se in attesa dell’impeachment, il picco della sfiducia sembra essere stato superato. Quest’oggi, però, essendo entrati nella settimana decisiva per la politica brasiliana, i mercati appaiono in fibrillazione. La Borsa di San Paolo perde intorno all’1,75%, mentre il real si deprezza contro il dollaro dello 0,63%, salendo a un cambio di 3,5266. E i rendimenti sovrani sono in lieve risalita al 12,77% per la scadenza decennale (+12 bp) e per al 12,89% per quella biennale (+6,5 bp).
Inflazione Brasile tiene tassi elevati
Chiunque arrivi alla guida della banca centrale si troverà nella difficile situazione di dovere fare fronte alla più grave recessione economica da oltre un secolo e allo stesso tempo di dovere rallentare il tasso d’inflazione, che in aprile è tornato ad accelerare su base mensile, anche se nei 12 mesi si è avuta una decelerazione al 9,3%. La stretta monetaria non potrà essere accantonata, ma semmai appena limata, anche perché il cambio ha perso più del 37% negli ultimi due anni, di fatto alimentando la crescita dei prezzi interni e rendendo necessari aumenti costanti dei tassi, saliti all’attuale 14,25%. Gli analisti si attendono, però, che nell’ultima parte dell’anno, la banca centrale inizi a tagliare il Selic, in modo da sostenere l’economia, approfittando di questa finestra di fiducia apparente.