Il governo di Temer ovvero del Presidente del Brasile ha dato il via libera alla trivelle nell’area protetta di Renca in Amazzonia. Secondo il premier brasiliano in questo modo l’economia del paese ripartirà ma gli ambientalisti annunciano che invece sarà una catastrofe ambientale.
La Riserva di Renca in Amazzonia
La riserva di Renca è un’enorme area di 46mila chilometri quadrati situata all’estremo Nord del Brasile non lontana dalla foci del Rio delle Amazzoni. L’area è equivalente al Piemonte e alla Lombardia messi assieme e quindi ad un sesto dell’Italia.
I gruppi ambientalisti insorgono
I gruppi ambientalisti, a seguito di tale decisione, sono però insorti in quanto temono che l’attività di estrazione mineraria nella zona possa portare ad una grande deforestazione, alla perdita della biodiversità, alla distruzione delle risorse idriche, ad esplosioni demografiche e alla creazione di conflitti territoriali. Contro la decisione del presidente si è schierato anche il senatore dell’opposizione Rodrigues che ha definito la cosa come il più grande attacco degli ultimi 50 anni all’Amazzonia.
I dati sull’ambiente: la deforestazione cresciuta del 29%
Secondo i dati riportati dall’Istituto di Ricerca sull’Ambiente Brasiliano, tra agosto 2015 e luglio 2016, sono andati perduti circa ottomila chilometri di foresta amazzonica e nell’arco di soli dodici mesi la deforestazione è cresciuta addirittura del 29%.