Effetto Brexit anche sulle patenti. Dallo scorso 1° gennaio, data in cui è stata ufficializzata l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, le patenti conseguite nel Regno Unito non valgono più all’interno del territorio europeo. Ma con delle eccezioni. Infatti, sono salve le licenze di guida che prima della Brexit avevano ottenuto l’abilitazione per la conversione di una precedente patente italiana. Qualora non venisse rispettato tale requisito, sarà necessario per forza di cose rifare da capo gli esami. Non il massimo, ecco.
La circolazione turistica è ammessa per un anno
Come ricorda Il Sole 24 Ore, il principio base prevede che un cittadino possa guidare come semplice turista (“circolazione turistica”) per un anno consecutivo: scaduti i dodici mesi deve obbligatoriamente prendere la licenza di guida dello Stato dove ora risiede. Di norma per prendere una patente occorre superare degli esami specifici, tra cui appunto l’esame di guida.
Esistono però delle eccezioni: nell’Unione Europea, per esempio, è possibile mantenere la propria patente, e se si vuole quella del nuovo Stato dove ci si è trasferiti basta presentare domanda di conversione (il che non implica sottoporsi a degli esami ma semplicemente attendere il normale iter di una pratica amministrativa).
Cosa dice la Motorizzazione Civile
Attraverso una circolare dello scorso 8 gennaio la Motorizzazione Civile ha affermato come non sia più possibile dopo la Brexit convertire le patenti del Regno Unito a comunitarie tramite una semplice richiesta di conversione, a meno che la domanda sia stata presentata prima della data in cui è entrata in vigore ufficialmente la Brexit.
Di fronte alle proteste e alle richieste di chiarimenti piovute dopo la prima circolare, la Motorizzazione Civile ha chiarito con una seconda circolare che è ancora possibile ottenere la conversione della patente conseguita nel Regno Unito qualora quest’ultima sia stata ottenuta convertendo una precedente licenza di guida italiana.
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