A partire dal 1° gennaio 2021 avrà fine la libera circolazione tra le nazioni dell’Unione europea e il Regno Unito, di conseguenza andare a vivere Oltremanica per lavoro o studio non sarà più così semplice come lo è stato fino ad oggi. L’avvento di una nuova legge sull’immigrazione porterà a un sistema a punti attraverso cui si potrà ottenere o meno il visto d’ingresso.
Chi oggi è già nel Regno Unito per motivi di lavoro o studio dovrà presentare domanda per l’Eu Settlement Scheme: se si ottiene una risposta positiva, si potrà restare definitivamente in Inghilterra anche dopo la Brexit.
La differenza tra residenza provvisoria e permanente
Una volta che si è inoltrata la domanda all’Eu Settlement Scheme, i cittadini europei riceveranno lo status di settled status (residente permanente) e pre-settled status (residente provvisorio): se il primo concede lo status di residente permanente, il secondo ha una durata valida per cinque anni, al termine dei quali si potrà presentare una nuova domanda per il settled status.
Un requisito fondamentale per ottenere il settled status è quello di aver vissuto in maniera continuativa per almeno cinque anni nello Stato britannico, senza essersi trasferiti in un altro Paese per più di sei mesi nell’arco di un anno. Ecco perché la pandemia di coronavirus potrebbe aver complicato le cose a migliaia di italiani oggi a Londra, che nel corso della prima ondata hanno scelto di tornare in Italia dai propri cari.
Come funziona il sistema di immigrazione a punti
Per tutti gli italiani invece che desiderano trasferirsi nel Regno Unito dal prossimo anno dovranno per forza di cose richiedere il visto attraverso il nuovo sistema d’immigrazione a punti.
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salario annuo non inferiore a 25.600 sterline
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offerta di lavoro da uno sponsor riconosciuto dall’Home Office
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parlare in inglese a livello intermedio B1
Vedi anche: Brexit, dal 2021 ingresso a punti e inglese necessario: cosa cambia per gli italiani?