Il 24 dicembre è stato raggiunto l’accordo sulla Brexit da parte del Regno Unito e dell’Europa e quanto stabilito entrerà in vigore già a partire dal 1° gennaio 2021. In alcuni passaggi si legge chiaramente che entrambe le parti non avranno obblighi per la regolamentazione dei servizi e delle tariffe in roaming.
L’intesa che è stata raggiunta la sera di Natale sarà soltanto provvisoria perché si attende la ratifica da parte del Parlamento europeo che dovrebbe arrivare nei primi mesi dell’anno.
Cosa prevede la Brexit in termini di regolamentazione tariffe roaming tra Regno Unito ed Europa
Allo stato attuale, le regole del roaming europeo sono governate dal cosiddetto RLAH (Roaming Like at Home) secondo il quale i cittadini europei possono accedere al roaming con le medesime tariffe che pagano nel proprio paese.
Per comprendere cosa potrebbe cambiare a breve, occorre iniziare dal testo dell’accordo sulla Brexit in materia di roaming. Il comma 4 dell’articolo SERVIN.5.36 chiarisce quanto segue: “nessuna disposizione del presente articolo obbliga una parte a regolamentare le tariffe o le condizioni per i servizi di roaming mobile internazionale”.
Semplificando al massimo, sia l’Europa che il Regno Unito avranno campo libero nel decidere quali potranno essere le tariffe e soprattutto saranno liberi di imporre una regolamentazione differente da quella attuale. Il timore è che questa situazione possa fare gola ai diversi operatori che potrebbero ‘approfittare’ della situazione per alzare anche in maniera sostanziale le tariffe.
Visto però che la ratifica della Brexit, da parte del Parlamento europeo, non dovrebbe arrivare prima del mese di marzo 2021, è improbabile che gli operatori inizino immediatamente a muoversi, ma non impossibile.
Cosa potrebbe cambiare nel roaming tra Regno Unito ed Europa, non solo le tariffe
L’RLAH prevede prezzi calmierati anche per quanto concerne i GB da utilizzare all’estero.
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