Se c’è una qualità di cui Flavio Briatore non difetta, è la sincerità. L’imprenditore del turismo è stato invitato nel fine settimana passato ad Atreju, la manifestazione di Fratelli d’Italia, partito della premier Giorgia Meloni. Ha partecipato ad un panel dedicato proprio al turismo in Italia, al quale era presente anche l’amica e ministro Daniela Santanché.
Burocrazia opprimente e suicida
Briatore non ha avuto peli sulla lingua nell’individuare quelli che, a suo avviso, sono i mali italiani. Egli ha sostenuto che la burocrazia sia opprimente, al punto che la Capitaneria di Porto in Puglia ha negato alla sua attività di restare aperta per un anno e mezzo “per un metro e mezzo”, costando il posto tra l’altro a 70 dipendenti.
Lo sport di spennare i turisti con servizi scadenti
In generale, gli enti locali farebbero di tutto per impedire a chi vuole di fare impresa. L’imprenditore di Cuneo parla delle “commissioni” ad hoc per salvaguardare formalmente la qualunque, ma nei fatti costituite “da persone contrarie all’impresa”. Ma l’attacco di Briatore non ha riguardato solamente la sfera pubblica. Anzi, le parole più pesanti le ha riservate proprio all’imprenditoria nazionale. A suo dire, non troverebbe di meglio che “spennare” i turisti, alzando i prezzi all’inverosimile e offrendo in cambio servizi e cibo scadenti. Tanto, ha affermato, l’idea è che “se uno viene dalla Polonia, tanto non lo rivedo più”. Ciliegina sulla torta: “abbiamo alberghi di m…a“.
E Briatore ha invitato anche a scegliere il tipo di turismo sul quale vogliamo puntare.
Le critiche di Briatore dopo un’estate polemica
L’estate del 2023 è stata caratterizzata da furenti polemiche proprio su certo modo di fare turismo. A nessuno è sfuggito che i prezzi siano saliti spesso alle stelle senza una contropartita adeguata in termini di qualità del prodotto e del servizio offerti. Moltissime critiche sono state indirizzate a località come la Puglia, che dopo il boom di turisti negli anni passati ha iniziato ad accusare il colpo. Lidi e affitti di catapecchie costosissimi, menù proibitivi per l’uomo medio, insomma un salasso.
Nessuno, tuttavia, si era spinto al punto da attaccare il sistema alberghiero. Federalberghi ha fatto pressione sul governo Meloni per ottenere una disciplina più restrittiva sugli affitti brevi. Ci è riuscita solo in parte. E’ emersa, comunque, l’assenza di autocritica di una categoria che fatica a mantenere certi standard qualitativi e che vorrebbe risolvere i propri problemi annientando per legge la concorrenza. Briatore ha toccato, pur succintamente e in maniera brusca, tutti i nervi scoperti del turismo italiano. E trattandosi di un imprenditore del settore, sarebbe auspicabile che anche l’amica ministro seduta alla sua sinistra lo abbia ascoltato con attenzione.