Ci sono brutte notizie dall’inflazione. L’Eurostat ha reso noto che nel mese di maggio è risalita al 2,6% nell’Eurozona dal 2,4% di aprile. Si è trattato del primo aumento su base annua in cinque mesi e sopra le attese del +2,5%. Ad avere trainato i prezzi al consumo nell’area al rialzo è stato il comparto energetico: +0,3% contro -0,6% del mese precedente. Anche il dato “core”, al netto di energia e generi alimentari freschi, è risalito al 2,9% dal 2,7%. In Italia, invece, l’inflazione è rimasta invariata allo 0,8%, il dato più basso nell’intera area dopo Lettonia (0,2%) e Finlandia (0,5%).
Taglio tassi BCE a luglio ora improbabile
Non sono i numeri che avremmo voluto vedere prima della riunione della Banca Centrale Europea (BCE) del 6 giugno prossimo. Tra meno di una settimana l’istituto è chiamato a pronunciarsi sui tassi di interesse. Quasi scontato il taglio dello 0,25%. Il fatto è che dopo i dati sull’inflazione a maggio, i margini per un secondo taglio a luglio si sono ristretti, per non dire svaniti. In Germania, l’inflazione è risalita dal 2,4% al 2,8%, in Francia dal 2,4% al 2,7%, in Spagna dal 3,4% al 3,8% e in Olanda dal 2,6% al 2,7%. Questo ci dice che c’è stata un’accelerazione in quattro delle prime cinque economie dell’area. Cosa ancora più grave, i dati si allontanano ulteriormente dal target del 2% fissato dalla BCE.
Negli Stati Uniti le probabilità che la Federal Reserve tagli i tassi entro l’anno si stanno riducendo al lumicino. Per il mercato accadrà non prima di settembre e probabilmente a novembre. Per l’Eurozona ancora sconta tre tagli dello 0,25% ciascuno entro dicembre. Tuttavia, già il secondo arriverebbe soltanto a settembre e inizia a serpeggiare il dubbio persino per quel mese. Da qui al board di luglio la BCE avrà a disposizione i dati sull’inflazione anche a giugno.
In Italia inflazione bassa e Pil in crescita
Nella mattinata di oggi l’Istat ha rivisto al rialzo il dato sul Pil italiano su base annuale dal +0,6% al +0,7% nel primo trimestre. Su base congiunturale è stata confermata la crescita dello 0,3%. Nel complesso, l’economia italiana si sta rivelando in condizioni invidiabili: crescita sopra la media e con un’inflazione ben al di sotto per l’ottavo mese consecutivo. Purtroppo per noi, comunque, contano le medie. E sebbene ci potremmo permettere tassi di interesse più bassi, non li otterremo fintantoché i valori non scenderanno anche presso le altre economie dell’area.