Le famiglie sono solite investire sul tratto medio-lungo della curva delle scadenze. Tipicamente, l’orizzonte temporale prescelto si aggira attorno ai 7 anni. Un periodo né troppo lungo, né troppo corto. E la gran parte delle emissioni sovrane nel nostro Paese riguardano proprio questo tratto della curva. In pochi sanno, però, che esiste anche la possibilità di investire in BTp in dollari. Per quasi un decennio, lo stato italiano aveva sospeso tali emissioni, riprese nel 2019. Tra i titoli che possiamo trovare vi è il BTp 2029 in dollari, che oggi presenta una durata residua di 7 anni, proprio una delle più interessanti per il canale retail.
BTp 2029 in dollari ed euro
Scadenza 17 ottobre 2029 e cedola 2,875% (ISIN: US465410BY32), prezza sul mercato secondario intorno a 80 centesimi. A questa quotazione corrisponde corrisponde un rendimento in area 6,60%. Se confrontiamo questo bond con il BTp 1 novembre 2029 in euro (ISIN: IT0001278511), troviamo che il premio offerto dall’emissione in dollari è di circa 270 punti base o 2,70%. Il secondo rende, infatti, il 3,90%. Stacca cedola 5,25%, ma prezza sopra la pari a 108,40.
Ad occhio, il BTp 2029 in dollari sembrerebbe la scelta più ragionevole. Mi offre il 6,60% contro il 3,90%. Tuttavia, il rischio valutario esiste ed è elevato. In questa fase, il cambio euro-dollaro si trova ai minimi dal 2002. E’ sceso da settimane sotto la parità e fatica a risalirvi stabilmente sopra. Sembra – ma siamo ancora alle sensazioni – che la debolezza estrema della moneta unica sia alle spalle.
Cambio limite a meno di 1,20
Quindi, il BTp 2029 in dollari oggi come oggi lo compreremmo a un tasso di cambio svantaggioso. Ci costerebbe troppo, con il rischio che nel prossimo futuro la valuta americana si deprezzi nei confronti della moneta unica. Se ciò accade, il valore del capitale si ridurrà, così come quello delle cedole in pagamento.
Fino a quale livello di cambio l’investimento nel BTp 2029 in dollari avrà avuto un senso economico? Il premio offerto dalla scadenza in valuta americana è del 2,70% rispetto all’emissione in euro.