Dai massimi di oltre 94 centesimi toccati un mese fa, il BTp 1 dicembre 2030 con cedola 1,65% (ISIN: IT0005413171) ha accusato un calo finora del 2,9%. La quotazione è scesa ai 91,60 centesimi di fine seduta del venerdì scorso. Il rendimento lordo alla scadenza è risalito al 3,25%. Positivo per chi intende entrare adesso sul mercato, negativo per chi lo avesse acquistato a prezzi maggiori. Quali sarebbero le prospettive a breve termine e perché questo tonfo?
Quotazione giù con repricing bond
Il deprezzamento del BTp dicembre 2030 nell’ultimo mese non è un caso isolato, ma rientra nel trend di repricing ancora in corso.
Nell’Eurozona il mercato continua a prevedere altri quattro tagli dei tassi per quest’anno. Se è vero che l’inflazione nell’area è risalita sopra il target del 2%, d’altra parte la Banca Centrale Europea si trova a fronteggiare un’economia molto più debole di quella americana. Il cambio euro-dollaro sta collassando verso la parità per l’attesa divergenza monetaria con la Fed. Fatto sta che l’allentamento monetario ad oggi non è messo in dubbio, sebbene il ritmo con cui avverrà probabilmente subirà una correzione in corso d’opera.
BTp dicembre 2030 a nuovi massimi?
Può il BTp dicembre 2030 tornare alle quotazioni di un mese fa entro la fine dell’anno? Poniamo che a dicembre il bond si acquisti per 94 centesimi. A quel prezzo, esso offrirebbe esattamente il 3%, tenuto conto che la durata residua scenderebbe a 5 anni esatti.
Non solo è possibile che il BTp dicembre 2030 riveda i massimi recenti entro quest’anno, ma persino che li superi. Allo stato attuale, la cedola effettiva è dell’1,80% e incide per il 55% del rendimento. Al netto dell’imposizione fiscale risulta dell’1,575%, sopra le aspettative d’inflazione per il prossimo lustro. Anche questo è un aspetto che inviterebbe ad attenzionare il bond, magari nell’ottica di un disinvestimento anticipato.