Asta del Tesoro ricca per venerdì 10 maggio: 5 bond e debutto del nuovo BTp a 7 anni, scadenza 2031

Il Tesoro lancia in asta il nuovo BTp a 7 anni con scadenza nel luglio 2031, insieme ad altri 4 bond già in circolazione, per venerdì 10.
7 mesi fa
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CcTeu 2031, emissione da 2 miliardi di euro
CcTeu 2031, emissione da 2 miliardi di euro © Licenza Creative Commons

Le emissioni di titoli del debito pubblico non si limitano questa settimana al BTp Valore maggio 2030, il cui collocamento è iniziato lunedì e si concluderà venerdì 10 maggio, salvo chiusura anticipata. Nel frattempo, il Tesoro sta tenendo un’asta per i nuovi Bot a 12 mesi, fissata per domani, e una seconda per le scadenze a medio-lungo termine di dopodomani. Con la prima punta a raccogliere 7,5 miliardi di euro, con la seconda tra un minimo di 7,5 e un massimo di 9,25 miliardi. E saranno ben cinque i bond offerti questo venerdì, tra cui spicca il nuovo BTp a 7 anni con scadenza 15 luglio 2031.

Debutto per BTp 2031

Dunque, settimana importante per il funding sovrano. Ad occhio e croce, tra aste e collocamento del BTp Valore il Tesoro dovrebbe incassare più di 25 miliardi e con la possibilità di avvicinarsi alla soglia dei 30. Grosso modo, qualcosa come oltre il 5% delle emissioni complessive lorde attese per l’intero anno. Dicevamo, cinque bond in offerta. La parte del leone la farà il debuttante: la prima tranche del BTp 2031 sarà compresa tra 4 e 4,5 miliardi.

Sarà benchmark a 7 anni

Questo nuovo BTp a 7 anni offre cedola fissa annua lorda del 3,45%. Poiché la data di emissione ufficialmente è fissata per il 15 maggio e il titolo effettua il primo pagamento per il prossimo 15 luglio, per quella data l’obbligazionista riceverà una “mini-cedola” dello 0,578159% del capitale nominale posseduto. Essa corrisponde a un periodo di detenzione di 61 giorni su un semestre teorico di 182 giorni.

L’attuale BTp a 7 anni “benchmark” ha scadenza in data 15 febbraio 2031 e offre cedola del 3,50%. Attualmente, esso quota appena sopra la pari e offre un rendimento del 3,47%. Pertanto, la nuova emissione dovrebbe esitare un prezzo di aggiudicazione anch’esso intorno alla pari, verosimilmente un po’ sotto.

Due BTp a 3 anni

Non ci sarà soltanto il BTp 2031. Gli investitori potranno prenotare parte della nona tranche del BTp 15 febbraio 2027 con cedola 2,95% (ISIN: IT0005580045) tra 1,5 e 2 miliardi.

La quotazione è sotto la pari sul mercato secondario, viaggia in area 99,15 centesimi, corrispondente a un rendimento lordo alla scadenza di poco inferiore al 3,30%.

Ci sarà anche la nona tranche del BTp 1 aprile 2027 con cedola 1,10% (ISIN: IT0005484552) per 0,75-1 miliardo. L’ex quinquennale ha una durata residua inferiore ai tre anni e si acquista sul secondario a prezzi decisamente inferiori alla pari (circa 94,15 centesimi), in conseguenza della bassa cedola offerta. Anche in questo caso, il rendimento lordo alla scadenza si aggira sotto il 3,30%.

Ex trentennale con maxi-cedola

Fin qui le scadenze medio-brevi. Ci sarà in asta la possibilità di puntare anche su quelle lunghe e ultra-lunghe. Il Tesoro offre la ventiquattresima tranche del BTp 1 settembre 2040, ex trentennale, con cedola 5% (ISIN: IT0004532559) per un importo compreso tra 0,75 e 1 miliardo. Quotazione nettamente sopra la pari, in area 111, per un rendimento lordo del 4,11%. Stiamo parlando di un bond della durata residua di circa 16 anni.

Torna il BTp a 50 anni

Infine, il Matusalemme. Torna il BTp 1 marzo 2072 con cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883), il nostro benchmark a 50 anni. In questo caso, l’offerta sarà per una quinta tranche tra 500 e 750 milioni. Prezzi da saldo, come sappiamo per questa scadenza: appena 62 centesimi. In pratica, un lotto minimo di 1.000 euro si potrà comprare per poco più di 620 euro. Il rendimento non arriva al 3,95%. Fate attenzione, perché parte di esso è legato alla plusvalenza realizzata alla scadenza per il fattore prezzo. Il solo flusso delle cedole ogni anno, invece, esita un rendimento lordo del 3,45%.

BTp 2031 alla sfida dell’inflazione

Tornando al BTp 2031, abbiamo un rendimento netto atteso sopra il 3%, che in termini reali resterebbe sopra l’1,90% con un’inflazione italiana stimata nel medio-lungo periodo in area 1,10%. Per quanto il mercato possa sottostimare l’inflazione futura, salvo imprevisti come nel biennio passato, le famiglie potrebbero confidare su un investimento sufficientemente fruttuoso per impiegare i loro risparmi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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