BTp 2037 cedola 0,95%, vendere o resistere a queste quotazioni?

Il BTp marzo 2037 con cedola 0,95% (ISIN: IT0005433195) si aggira intorno ai 72 centesimi. Cerchiamo di capire cosa può accadere.
3 mesi fa
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BTp short term e BTp€i in asta venerdì 25 ottobre
BTp short term e BTp€i in asta venerdì 25 ottobre © Licenza Creative Commons

Gentile Dr. Timpone, con questa turbolenza sul mercato azionario conviene tenere i titoli di stato? Ho comprato il BTp 1 marzo 2037 cedola 0,95% (ISIN: IT0005433195) al prezzo di circa 70 centesimi. Cosa ne pensa?

Torna appetito per rischio

Il nostro lettore è tra quanti s’interroga in questi giorni sul da farsi, a seguito delle tensioni finanziarie. Le azioni sono andate bruscamente giù nella giornata di lunedì, anche se non si è verificato sui mercati occidentali alcun crollo minimamente paragonabile a quello di Tokyo.

E già oggi gli indici azionari tentano il recupero. I bond sono stati oggetto di forti acquisti, anche se in queste ore i rendimenti stanno risalendo, in quanto la propensione al rischio si è parzialmente rinvigorita.

BTp 2037 con cedola effettiva bassa

Il BTp 2037 esibisce una quotazione attorno ai 72 centesimi, un po’ superiore a quella indicata per l’acquisto. Dunque, per il momento sappiamo che il nostro investitore non sta subendo perdite in conto capitale. In termini di rendimento, offre circa il 3,80%. D’altra parte, la cedola netta effettiva scende ad appena l’1,15%. Questo significa che gran parte del rendimento verrà maturato alla scadenza, quando il Tesoro rimborserà il capitale a 100, un livello superiore a quello di acquisto attuale.

E’ probabile che l’email arrivi da un investitore speculativo, cioè senza intenzione di attendere la scadenza per rivendere il bond. In effetti, il BTp 2037 presuppone un’attesa di circa dodici anni e mezzo da oggi. Non sono pochi per nessuno, anche perché i flussi di reddito incassati fino ad allora saranno bassi. Questo è il senso della suddetta cedola netta effettiva.

Taglio dei tassi in vista e rischio recessione

Cosa fare? Presumendo che il BTp 2037 sia stato acquistato per rivenderlo alla prima occasione utile in attivo, oggi come oggi avrebbe poco senso disinvestire. I guadagni sarebbero risibili. Ce ne sbarazzeremmo se avessimo l’impressione che la quotazione, anziché risalire, possa arretrare nel prossimo futuro.

Non sembra questo lo scenario di base. Il taglio dei tassi di interesse è stato avviato dalla Banca Centrale Europea (BCE) a giugno. Il mercato ha scontato finora altri tre tagli entro l’anno. Erano due fino a qualche giorno fa. Anche per questo la quotazione del titolo è salita ai massimi da un anno.

Se c’è una cosa che la crisi dei mercati ci suggerisce in questi giorni, è che il rischio di recessione negli Stati Uniti ha le potenzialità per spingere a un calo generalizzato dei tassi globali più velocemente delle attuali previsioni. Addirittura, il mercato prezza un taglio dei tassi d’emergenza da parte della Federal Reserve entro pochi giorni. Questo contribuisce a delineare un quadro favorevole ai bond, specie a quelli di lunga durata come il BTp 2037. Più il clima macro è depresso e maggiori gli acquisti dei bond per mettersi al ripari dai rischi. Detto in altri termini, le probabilità che le quotazioni salgano ulteriormente nei prossimi mesi appaiono di gran lunga superiori a quelle di un calo.

Scenario tendenzialmente positivo per BTp 2037

Cosa può andare storto? Un evento inflazionistico, che costringa le banche centrali ad arrestare l’allentamento monetario sul nascere. Riguardo all’Italia, qualsiasi situazione che comporti l’allargamento dello spread, vuoi una crisi politica, tensioni con Bruxelles, una manovra di bilancio poco prudente, ecc. Poiché nessuno ha la sfera di cristallo, non possiamo escludere che qualcosa di negativo si verifichi. Al tempo stesso, però, non sembra lo scenario di base. Il BTp 2037 per il momento sarebbe un asset da tenere in portafoglio e non di cui disfarsi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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