Meno di una settimana fa, il Tesoro emise il nuovo bond “benchmark” a 15 anni: BTp 1 ottobre 2039 con cedola 4,15% (ISIN: IT0005582421). Ordini superiori ai 77 miliardi di euro contro i 10 miliardi offerti. Il collocamento sindacato andò molto bene, esitando un rendimento lordo alla scadenza del 4,22% con un prezzo di 99,68 centesimi, leggermente sotto la pari. Ieri, questo titolo è stato ammesso alle negoziazioni sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. In pratica, coloro che lo avevano prenotato tramite banca, hanno già potuto iniziare a rivenderlo.
Prezzo ancora più sotto la pari
Vediamo com’è andata la prima seduta. Il BTp 2039 ha registrato 483 passaggi di mano, cioè contratti, per un ammontare complessivo di 17 milioni di euro. Al termine della giornata di contrattazione, il prezzo del bond era sceso a 98,79 centesimi, in calo dello 0,89% rispetto all’emissione. Viceversa, il rendimento risultava leggermente risalito al 4,30%. E il contratto medio stipulato ha sfiorato il valore di 35.200 euro.
Nella mattinata odierna, il BTp 2039 risale un po’, attestandosi sopra 98,80 centesimi mentre scriviamo. L’andamento riflette da un lato quello più generale che riguarda i nostri titoli di stato e probabilmente sull’esito della prima seduta avrà influito la volontà di parte degli investitori sottoscrittori di rivendere il titolo, magari ai clienti, come nel caso delle banche.
Con un rendimento netto nell’ordine del 3,80%, il BTp 2039 si rivela interessante per le famiglie desiderose di impiegare la liquidità a tassi di un certo tipo per un periodo prolungato. Esse hanno la possibilità di “bloccare” il rendimento a livelli ancora molto soddisfacenti, per quanto inferiori ai massimi toccati nell’ottobre scorso. Allora, la scadenza a 15 anni era arrivata ad offrire il 5,25%, vale a dire circa l’1% in più rispetto ad oggi.
BTp 2039, boom della quotazione con il crollo del rendimento
Questa stessa scadenza, però, nel 2021 rendeva poco più dell’1%.